Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni da Covid sul totale dei casi segnalati risulta pari a 8,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente (7,5%). Lo rileva il rapporto esteso pubblicato dall’Istituto superiore di sanità in cui si sottolinea che dal 24 agosto 2021 al 22 giugno 2022 sono stati segnalati 556.406 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati. L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021 (data di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron) evidenzia un aumento del rischio nei non vaccinati, nelle donne e nelle fasce di età più giovani.
In questa fase dell’andamento Covid in Italia, caratterizzata dalla circolazione di varianti altamente trasmissibili “c’è verosimilmente stato un forte aumento della quota di persone che hanno avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati a fenomeni di sottodiagnosi o ‘autodiagnosi’. Questo potrebbe portare alla sottostima del tasso di incidenza, e quindi del rischio relativo, ed efficacia vaccinale“. Lo evidenzia l’ Istituto superiore di sanità nel rapporto esteso pubblicato oggi che integra il monitoraggio settimanale.
“Ci troviamo in presenza di un aumento importante dei casi, ma molto meno significativo a livello di ricoveri ma non credo che andremo verso nuove restrizioni“. Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri commentando l’attuale fase della pandemia ai microfoni di Sabato anch’io, sulle frequenze di Rai Radio Uno. “Certo – dice – i numeri delle infezioni stanno salendo, ma negli altri Paesi europei dove questa ondata è arrivata prima dell’Italia i casi si stanno stabilizzando, il che ci porta a pensare che anche questa ondata come le precedenti avrà una durata di qualche settimana e poi andrà a spegnersi. Con l’aumento dei casi è logico che salgano proporzionalmente anche i ricoveri, ma oggi ci troviamo in una situazione completamente diversa da quella dell’anno scorso: quasi 50 milioni di italiani hanno completato il ciclo vaccinale, 40 milioni hanno fatto anche la terza dose, e per chi è vaccinato sappiamo che le forme gravi della malattia sono molto meno probabili“.
Il virus è mutato, spiega Sileri. “Alcuni esperti ritengono che Omicron vada considerato un virus diverso dal Sars-CoV-2, meno aggressivo anche se più contagioso, ma ad essere cambiato è anche il profilo immunologico della popolazione, che in questi due anni ha conosciuto il virus, o naturalmente attraverso l’infezione, o artificialmente con la vaccinazione, o con entrambi“, afferma il sottosegretario alla Salute.
Riguardo alla campagna di vaccinazione, Sileri aggiunge: “Già oggi un secondo richiamo è indicato per gli over 80 e per i pazienti con fragilità, ed in autunno, con la disponibilità di un vaccino aggiornato alle varianti prevalenti, si potrà avviare una campagna vaccinale preventiva simile a quella anti-influenzale, ma con una raccomandazione più forte per le categorie a rischio vista la maggiore severità e contagiosità del Covid rispetto all’influenza. In una prospettiva di endemia, ovvero di convivenza col virus, credo che questa diventerà la prassi: una dose di richiamo ogni anno all’inizio della stagione fredda“.