Chiamato il ‘paparazzo rosso’ per la sua capigliatura, ha raccontato la città, dietro a un obiettivo, per oltre 60 anni. Ne aveva appena 13 quando prese, per la prima volta, in mano la macchina fotografica.
Sulla sua pagina Facebook si legge: “Appeso allo spigolo dell’armadio il suo gilet da guerra, sempre pronto all’uso: nelle tasche una piccola Nikon d’assalto, la mappa della città, notes, occhiali e penne”.
Petyx, nato nel quartiere del Capo, che ospita uno dei mercati storici del capoluogo siciliano,
Nella sua lunga carriera Petyx ha collaborato con il quotidiano L’Ora e il Giornale di Sicilia. In occasione dell’uscita del libro “Palermo Petyx”, nel 2014, curato da Laura Grimaldi e Claudia Mirto, edito da Flaccovio, il fotoreporter così si raccontò: “Iniziai a fare gavetta coi calzoni corti, prima in uno studio fotografico, occupandomi di matrimoni, battesimi e ritratti di famiglie in posa, poi approdai all’atelier di Giusto Scafidi, ini via Ruggero Settimo, immortalando la vita quotidiana dei palermitani allo stadio, a teatro, alle feste private e a quelle di piazza”.
E ancora: “Attraverso quel laboratorio ebbi il primo contatto con i giornali. Inizialmente mi occupavo di servizi sportivi, poi un giorno il direttore mi propose un patto: se avessi indossato i pantaloni, avrebbe puntato su di me per reportage di cronaca nera e giudiziaria”.
Petyx ha anche consegnato alla storia l’arresto di Luciano Liggio, nel maggio 1964, a Corleone. Tra gli altri scatti celebri del fotoreporter, il triplice omicidio di Corleone, la strage di Ciaculli del 1963. la sciagura aerea di Montagnalonga, nel 1972. Sua la fotografia di Ninetta Bagarella, la vedova del boss mafioso Totò Riina, in tribunale nel 1971.
Petyx lascia la moglie Giovanna e i figli Igor, Ivana e Tatiana.
I MESSAGGI DI CORDOGLIO
ROBERTO LAGALLA, SINDACO DI PALERMO
“La morte di Gigi Petyx rappresenta una grave perdita per il mondo del giornalismo palermitano. Per oltre mezzo secolo Petyx ha raccontato puntualmente la storia di Palermo. Dagli anni più bui, segnati dalle stragi di mafia, alle emergenze della nostra città. Per i fotoreporter e i cronisti Gigi Petyx è stato un grande esempio, grazie alla sua immensa generosità. Un professionista sempre pronto a dispensare consigli ai giovani che si avvicinavano al mestiere di giornalista. I suoi scatti sono una ricca e indelebile eredità lasciata alla città. Al figlio Igor, che ne ha ereditato il mestiere e la passione, e a tutta la famiglia di Gigi Petyx esprimo tutto il mio cordoglio e la mia vicinanza”.
NELLO MUSUMECI, PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA
«Ha trasformato il suo mestiere in arte, i giorni più belli e drammatici di Palermo in quadri gioiosi o a tinte fosche, storia della Città tradotta in foto, saggi di giornalismo in immagini che raccontavano più di mille parole. Addio a Gigi Petyx, fotografo e professionista indimenticabile, condoglianze a Igor, suo degno erede e ai loro familiari».