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Una puntata esclusiva la numero 160 di Bar Sicilia, che arriva a Catania, nello studio legale di Ruggero Razza, per una chiacchierata con il rientrante assessore regionale alla Salute, per la prima volta in video dopo il ritorno nella plancia di comando dell’assessorato. Una dialogo con il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e con il direttore editoriale Maurizio Scaglione sui temi più svariati: famiglia, politica, sanità, genitorialità e tanto altro.
E la prima domanda non poteva che essere sulle sensazioni provate al rientro: “Molta emozione – dice Razza – è un ingresso diverso da quello di tre anni fa perché allora c’era l’entusiasmo che travolgeva persino la razionalità. Oggi c’è un lavoro importante e la volontà di proseguirlo facendo parlare i fatti. Forse sono stato fin troppo loquace negli anni passati e quindi è bene che ci si dedichi in maniera molto forte al lavoro, senza la ricerca eccessiva della comunicazione“.
Ruggero Razza è diventato padre di recente. Da Elena Pagana, deputata all’Ars, ha avuto Federico: “La sua presenza nella nostra vita ha cambiato tutto – racconta l’assessore – e ha cambiato molto anche la prospettiva, perché in un istante da figlio diventi padre. E nonostante questa cosa poi la vai ad accompagnare nel tempo, per nove mesi, da quando hai consapevolezza della gravidanza, fino a quando costruisci insieme alla tua famiglia il percorso che ti porta ad essere padre, alla fine c’è l’istante nel quale da figlio sei diventato padre. E lì devo dire che cambia anche il rispetto verso il proprio genitore“.
In questi ultimi due mesi in cui non è stato assessore, l’avvocato catanese ha potuto approcciarsi alla politica con uno sguardo diverso, quello dell’osservatore: “Ho avuto la stessa sensazione che ho provato quando, rientrato in Sicilia dopo l’esperienza alla scuola militare, ho chiesto la tessera del Movimento giovanile di Alleanza Nazionale, che allora portava la firma di un siciliano, Basilio Catanoso, e che mi è stata consegnata dal mio sindaco, che all’epoca era il segretario dei giovani di AN, Salvo Pogliese – ricorda Razza – Un rapporto con la politica che nasce allora, e quindi ti chiedi perché si fa politica: la fai per te stesso? Non avrebbe alcun senso. La fai per provare ad affermare le idee nelle quali convintamente credi? Questa probabilmente è una motivazione importante. Poi quello che mi è stato insegnato in questi lunghi anni di percorso di formazione dal Presidente Musumeci è che ha senso occuparsi di politica perché vuoi dare un contributo attivo alla società“.
Un pensiero Razza lo riserva al movimento fondato da Nello Musumeci, #DiventeràBellissima, del quale fa parte: “È una bella famiglia – afferma – perché è fatta di tantissimi giovani, persone che sono state anche alla prima esperienza della politica, di amministratori che provengono anche da culture diverse. Qualcuno potrebbe pensare a #DiventeràBellissima sostanzialmente come l’ulteriore ed ennesimo succedaneo della frammentazione avvenuta dopo lo scioglimento di Alleanza Nazionale, e invece ci sono persone che hanno una cultura laica, riformista. Abbiamo pensato che, in una fase storica molto difficile per la Sicilia, c’era bisogno di lasciare un po’ indietro le appartenenze, pur avendo una appartenenza salda che è nell’ambito del centrodestra, e volevamo dedicarci a un programma di miglioramento della nostra terra“.
A questo punto Razza lancia uno scoop: la smentita di una sua presenza a una cena di coalizione a Catania alla quale avrebbe partecipato lo stesso assessore regionale alla Salute: “Non sono mai stato a quella cena – dice – Anche perché per me la sera è un po’ complicato“, afferma, riferendosi alle impegnative attività da neo papà. “Il presidente Musumeci dice spesso una frase che a me piace ripetere: ‘Meno politica nel teatro, ma soprattutto meno teatro nella politica’ “.
Razza racconta quindi il suo rapporto con tre città siciliane – Palermo, Catania e Messina – alle quali è legato per motivi diversi: “Mi è stato insegnato, per il lavoro di mio padre, ad essere cittadino della città nella quale vivo – premette – Messina è una città importante nella mia vita perché quando da piccolino si entrava in Sicilia, visto che mio padre lavorava fuori dalla regione, significava l’estate: quando scendevamo con la famiglia dai miei nonni e dei miei cugini e si stava tutto il periodo estivo insieme. Catania è una città molto più dinamica, è una città che in questo momento ha tanto da dare dal punto di vista della ricostruzione economica della Sicilia perché alcuni dei passaggi più importanti che riguarderanno il futuro della nostra regione passeranno anche da questo territorio e ha un sindaco al quale io sono legato da un rapporto di affetto fortissimo. Palermo è una città più simile a Roma, diversa. E’ la capitale, ma soprattutto è una città d’arte. Avendo casa a Palermo, e passando più tempo all’inizio della mia esperienza più a Palermo che a Catania, mi sono sentito molto cittadino palermitano“.
Ruggero Razza torna all’Assessorato alla Salute, ed è questa l’occasione per fare anche il punto su ciò che si è fatto e ciò che ci sarà da fare per la sanità siciliana. Si parte però dal commento del generale Figliuolo, che quando venne in Sicilia, con Razza ancora assessore, elogiò quanto fatto nel settore della sanità: “Noi siciliani ci dobbiamo sempre conquistare qualcosa per cui, quando le cose funzionano, per noi è sempre una sorpresa. La nostra normalità la conquistiamo con fatica e io colsi in quell’occasione (la visita di Figliuolo, ndr), appunto, un senso di sorpresa, anche entrando in alcuni nostri ospedali. Si ha la percezione, anche a causa di qualche criticità che esiste, che da noi si sia sempre a un passo dal baratro, mentre qualche volta non è così. Io voglio lavorare molto, innanzitutto per far conoscere la buona sanità che esiste in Sicilia, e ancora sulle vaccinazioni, che sono indispensabili perché dobbiamo lavorare all’immunità di gregge e perché dobbiamo essere previgenti rispetto ad una stagione autunnale che nulla esclude possa essere diversa rispetto a quella che abbiamo trascorso nei mesi scorsi“.
In chiusura, stuzzicato da una domanda, Razza non risparmia una battuta su un possibile impegno politico del figlio in futuro: “Spero che lui abbia la voglia di spendersi per la società e che abbia anche la forza di resistere nei momenti più difficili“, sono le parole di Ruggero Razza.