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“L’arte può denunciare e, al contempo, testimoniare una realtà dalla quale liberarci. Blocks, attraverso 28 artisti di tutto il mondo racconta muri, limiti, guerre, blocchi, alcuni storici e fisici come il muro di Berlino, i blocchi della Cina comunista o il conflitto fra israeliani e palestinesi, che di recente ha avuto un’ulteriore drammatica appendice; altri, meno visibili, come i blocchi a cui l’umanità si è abituata a causa delle limitazioni imposte dall’emergenza pandemica o i meccanismi della globalizzazione che ci intruppano in modelli stereotipati”.
Lo ha detto l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, commentando la mostra “Blocks”, organizzata dalla Regione all’Albergo delle Povere, che si inaugura oggi e che sarà visitabile fino al 31 luglio.
“Se un tempo – ha aggiunto – la separazione e i muri avevano un significato quasi esclusivamente geopolitico, oggi, abbiamo scoperto una forma più claustrofobica di blocco che, annullando l’incontro e il confronto, imponendo coprifuoco e copie surrogate di rapporti sociali, ha spinto ciascuno verso una dimensione individualistica che allontana dalla socialità: da ciò può scaturire una sensazione di prigionia, da cui siamo chiamati a liberarci attraverso l’arte e la cultura. Ed è anche per questa ragione che riaprire l’Albergo delle Povere con una grande mostra è, forse, la gioia più grande, perché ci restituisce il piacere di tornare alla socialità, alla libertà, alla vita”.