L’Italia è tra i 18 paesi Ue che non ha applicato correttamente le norme Ue contro le specie aliene, le piante e animali esotiche che invadono gli habitat diffondendosi rapidamente e superando le specie autoctone, con gravi conseguenze ambientali ed economiche.
La Commissione ha aperto procedure di infrazione nei confronti di Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Slovacchia, perché “non sono riusciti a stabilire, attuare e comunicare alla Commissione un piano d’azione (o una serie di piani d’azione) per affrontare le vie più importanti di introduzione e diffusione involontaria di specie esotiche invasive preoccupanti per l’Ue”, spiega una nota dell’Esecutivo Ue.
La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia perché la rete nazionale dei siti Natura 2000, protetti dall’Ue, non copre adeguatamente i vari tipi di habitat e le specie che necessitano di protezione.
Le lacune più gravi, spiega la Commissione in una nota, sono legate alle specie marine, come la foca monaca mediterranea, la tartaruga comune e il tursiope, nonché agli habitat marini, come le scogliere.
Mancano anche le designazioni di siti per diverse specie di uccelli marini, come la berta maggiore di Scopoli e la berta minore.
L’Italia ha ora due mesi per rispondere alla lettera e adottare le misure necessarie. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di emettere un parere motivato.