L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, composta da 47 Stati membri, il prossimo martedì 22 giugno si esprimerà sul rapporto “Libertà dei media, fiducia pubblica e diritto alla conoscenza dei cittadini”, approvato lo scorso 21 maggio dalla Commissione Cultura, Scienza, Istruzione e Media.
Un momento cruciale per l’ufficiale riconoscimento del Diritto alla Conoscenza quale diritto umano universale. Un passo avanti affinché venga riconosciuto alla collettività di essere attivamente informata su tutti gli aspetti relativi alla gestione dei beni pubblici durante l’intero processo politico e decisionale. Un diritto che, se da un lato consente la piena partecipazione democratica dei cittadini al dibattito pubblico su questioni di interesse generale, dall’altro pone specifiche e precise responsabilità per chi è chiamato ad amministrare tali beni.
Il riconoscimento del Diritto alla Conoscenza – spiega, in una nota, il Siracusa International Institute – è volto a rigenerare fiducia nelle istituzioni e nella democrazia; a garantire che i governi mettano a disposizione dei cittadini informazioni di pubblico interesse; a dare rilievo al dibattito pubblico; a creare specifici meccanismi di monitoraggio ed interazione con i media e a porre al centro della nuova società i centri del sapere, quali le Università e le Fondazioni nel loro nuovo ruolo di “mediatori culturali” delle nozioni tecniche e scientifiche più complesse; il Diritto alla Conoscenza, inoltre, riformula i compiti dell’informazione, libera e indipendente, nella trasmissione delle notizie e responsabilizza anche le istituzioni scolastiche future per un migliore livello formativo dei cittadini.