Incalzano i lavori d’aula dell’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Gianfranco Miccichè, e la seduta pubblica n.275 aveva un ordine del giorno fitto di argomenti, dalla discussione del disegni di legge in materia l’edilizia, della “Legge regionale per l’accoglienza e l’inclusione”, alla riforma per la gestione integrata dei rifiuti.
Ma slittano a domani la discussione e, di conseguenza, la votazione delle proposte di legge di impronta fortemente sociale: la legge sul contrasto alla povertà, dalla quale è stato espunto il comma 2 dell’art. 3 per la mancanza di previsione di specifici oneri che non sono stati quantificati, mancherebbe la copertura finanziaria. Da rivedere, invece, il comma 1 dello stesso articolo per un “errore materiale”, dato che la norma prevede “stipulano”, anziché “possono stipulare”. Occorre invertire, dunque, le formule.
Rinviato agli uffici legislativi anche il ddl sull’inclusione che conta circa 14 articoli e che necessita di alcuni emendamenti: si tratta di “un testo corposo e che ha bisogno di approfondimenti per i temi che tratta”, ha detto la deputata regionale Marianna Caronia. Dunque, incardinata nell’agenda di domani la votazione dei testi legislativi.
Tema cruciale di ogni seduta è sempre l‘edilizia, linfa vitale per un importante segmento dell’economia siciliana, piegata dalla pandemia, come ha ben spiegato in aula l‘assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro. L’approvazione dei singoli articoli continua a rilento, non mancano gli stalli e i rinvii, le riscritture infinite, che fanno scattare l’ennesimo semaforo rosso per l’approvazione della riforma: il ddl sull’edilizia si arena e l’iter per la deliberazione viene accantonato, in attesa dei prossimi lavori d’aula.
La ratio del disegno di legge è funzionale per la Regione Siciliana ad allinearsi alle novità introdotte dalla legislazione nazionale in termini di semplificazione e di certezza dei pagamenti per i professionisti. Ma le norme controverse rimangono quelle contenute negli articoli 12 e 20, che riguardano la doppia conformità e la cosiddetta “sanatoria giurisprudenziale”, che fanno scaldare gli animi di Palazzo dei Normanni, soprattutto quelli dell’opposizione, in quanto a dire di PD e M5S aprirebbero la strada a veri e propri condoni edilizi e di inevitabilmente all’impugnativa da parte del CDM. Insomma, l’Ars non supera l’impasse.
E non solo, attesa la votazione finale dei ddl sul “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio”. Intanto, si rinvia a domani, alle ore 17, il dibattito parlamentare.