Carissimi
Siamo a fine luglio e non vi nascondo che con questo caldo in molti volevamo riposarci, sognavamo vacanze fresche tra le montagne o caldi soli negli atolli o perché no fuddate mattinate di sole tra le diverse umanità che dalla piazzetta di Valdesi si spingono fino a Mondello paese e invece …….
Avevamo Zio Mario con una sola espressione sia essa gioiosa che pensierosa o mutriata che tutti ci invidiavano per la sua autorevolezza e il suo “whatever it takes” ed una comitiva di “nominati parlamentari in cerca d’autore e di rielezioni gli ha fatto girare a tal punto gli “zebedei” che lo Zio Silvio dormiente ha avuto palpiti e pulsioni e ha “minacciato”: “Scendo in campo!”
La domanda è stata lecita: “Col Monza o nuovamente con il Milan?”
I tempi passano, i bimbi crescono, le compagne cambiano orientamento sessuale e si sposano con le cantanti, i carabinieri possono anche essere carabiniere e in quanto tale possono sposarsi con cerimonie di gala e spade di ufficiali anche con altre donne e le povere monachelle ignare di tutto quanto sta accadendo intorno a noi intervengono per strada per dividere due ragazze che si stavano teneramente baciando.
Tutto ciò è “il progresso” e caro Ferribotte te ne devi fare una ragione, il mondo non è diverso ma spesso è meno ipocrita di quando si scopriva il compagnetto di elementari effeminato e gli si dava uno zicchettone malvaggio nell’orecchio etichettandolo come frocio o dei tanti amori saffici nei collegi femminili. Ma il tutto era tenuto nascosto per tutelare il “comune senso del pudore”.
Insomma amici miei io che ho sbavato per una vita con sentimenti stilnovistici per la biondina con gli occhi azzurri della classe accanto e che oggi è cresciuta e si fa chiamare Mario e guida un T.I.R. cosa posso consigliare alle nuove generazioni, a chi si accompagna nei carnascialeschi corte dei Gay Pride? Ragazzi difendete sempre il vostro “orgoglio” per qualunque cosa di buono voi siate, io vado avanti con i miei orientamenti tradizionali, non voglio costringere nessuno a pensarla come me, io voglio finire i miei giorni come Don Ameche accudito da una bella infermiera prima di raggiungere le porte del “mio inferno per i miei peccati”, voi fate come volete, del resto che fastidio mi date, che fastidio date, chi potrebbe scagliare la prima pietra in un paese dove il capo del governo fu condannato ai lavori sociali per feste allegre con ragazzine disinibite e nipoti a loro insaputa di leader mediorientali?
Che fastidio potrò avere da una ostentazione di orgoglio che supera il fastidio di vedere giornalmente nei talk “escort” di gran classe (uomini e donne) starnazzare e litigare parlando di politica per danarose marchette, perché dovrei avere turbamenti davanti ad un intero paese che va a postriboli e non riesce ad aver chiaro un concetto che non gli appartiene e cioè “l’unità nazionale”? Ma quando mai siamo stati una nazione se non durante i campionati mondiali di calcio? Ma perché una nazione, un unico popolo se Uber di Vipiteno non capisce nulla di quello che dice nel suo dialetto Vito di Piazza Armerina?
E allora, se l’unità nazionale non esiste, se l’unità nazionale non potrà esistere “questa sera tornati a casa date una carezza ai Vs bambini e dite questa è la carezza di Zio Mario”, non preoccupatevi torneremo a votare e come sempre non vincerà nessuno (non perderà nessuno) perché le elezioni, anche quelle di autunno, sono come lo “zero-per” se i due competitor sanno giocare, finisce sempre in parità.
Un Abbraccio Epruno.