“Noi siamo il nuovo garantito. E faccio una profezia: a Messina degli 8 seggi disponibili ne vinceremo 5 più Iva…..L’iva è quella che deriverà dalla mia vittoria alla Presidenza della Regione e quindi al fatto che saranno eletti anche gli 8 del listino. In Sicilia, con il 36% arriveremo, compreso il listino a 30 seggi, che non è la maggioranza, ma del resto io sono abituato ad amministrare anche con zero consiglieri come è accaduto nel 2018 a Messina”.
Cateno “dà i numeri” in conferenza stampa a Piazza Duomo per presentare la prima lista, quella “De Luca sindaco di Sicilia” che lo vede capolista. Nella strategia dell’ex sindaco di Messina saranno tre le liste forti più altrettante cosiddette di testimonianza. Strada facendo, con l’election day ha corretto i piani ed ha preparato anche le liste per Camera e Senato sia in Sicilia che in numerose regioni.
“In Sicilia il voto alle nostre liste vale doppio. La nostra non è un’avventura, dietro c’è uno studio ben preciso. Ho deciso di competere anche per le Politiche perché gli elettori devono poter fare una scelta omogenea. E ai soloni che ci guardano col sorrisetto rispondo: vedrete che avrete sorprese sia al Senato che nei collegi uninominali. Non darei per scontata la vittoria del centrodestra ovunque……. ”
La scena però è dominata dai candidati alle Regionali, una lista molto competitiva e composta anche da chi sa amministrare i territori. Stando alla “profezia” deluchiana questa lista punta a conquistare a Messina due seggi.
Capolista è Cateno De Luca. A seguire c’è il presidente di Sicilia Vera, Pippo Lombardo che proprio per correre all’Ars si è dimesso da presidente di Messina servizi Bene Comune (con una differenziata che ha superato il 55% e la città dello Stretto modello per altre realtà).
“Abbiamo un progetto che consentirà ai siciliani di decidere per la loro terra- ha detto Lombardo– Per gli altri la Sicilia è un piatto da portare a Roma per la spartizione tra le Regioni, Lazio, Lombardia. I nostri candidati sono uomini e donne che ci hanno chiesto di poter rappresentare i loro territori per cambiare la Sicilia”.
De Luca punta molto su chi amministra o ha amministrato e conosce bene la macchina organizzativa e le realtà locali.
In campo c’è quindi Marco Giorgianni, che la politica la “mastica” da quando aveva 20 anni ed è stato sindaco di Lipari dal 2012 al 2022 ed è consigliere comunale. “Da amministratore ho vissuto tutte le mortificazioni e le amarezze nel non riuscire a realizzare le cose per la mia terra. La Sicilia ha bisogno di chi sa amministrare, non di parole”.
Da un sindaco a un altro c’è Matteo Sciotto, a lungo sindaco di Gualtieri Sicaminò ed attualmente primo cittadino di Santa Lucia del Mela. Sciotto nel 2017 era schierato con il Pd ma adesso è proprio la scelta di puntare sui sindaci che lo ha convinto ad aderire al progetto. “Questa è l’unica vera battaglia che la Sicilia deve fare per entrare nella storia. A De Luca inoltre ho chiesto una sola cosa, lavorare per l’area ad alto rischio ambientale che è l’intera nostra zona. Finora non è stato assolutamente nulla a tutela del territorio e delle popolazioni”.
In lista c’è il consigliere comunale (riconfermato a giugno) Alessandro De Leo: “Ho sposato il progetto sin da quando De Luca era sindaco. La parola è proprio questa, progettualità, che ormai manca nei partiti e nella politica. Noi amiamo le piazze non i salotti e stiamo costruendo una classe dirigente che amministra”.
Ha lasciato, non senza polemiche, Forza Italia ieri, la consigliera comunale Nicoletta D’Angelo (peraltro il suo addio e il passaggio al gruppo misto ha di fatto lasciato Forza Italia senza consiglieri a Palazzo Zanca) ed è in campo per De Luca. “La mia è una scelta voluta, sentita, importante. Per la prima volta Messina può essere baricentrica, per la prima volta Messina ha un candidato alla Presidenza della Regione e non è soggetta ai giochi di potere”.
In campo per un seggio all’Ars c’è anche la sindaca di San Teodoro, Valentina Costantino: “Cateno parla il nostro linguaggio, quello di chi amministra e affronta problemi quotidiani. Inoltre per la prima volta c’è un progetto che coinvolge il nostro territorio da sempre dimenticato”.
Infine la sindacalista pasionaria Clara Crocè: “La mia vocazione è sempre stato il sindacato ma candidarmi è un modo per scardinare un vecchio sistema malato. Ci sono vertenze che si possono cambiare solo da dentro i Palazzi, penso alle storture nella sanità, o alle vertenze Asu, ai servizi sociali, agli enti locali”.
Le altre liste saranno presentate dopo ferragosto, anche se nel frattempo De Luca sarà in giro per la Sicilia per presentare le liste nelle diverse province. Contemporaneamente è in campo con i candidati di Sud chiama Nord per le Politiche.
C’è poi il listino, quei 7 candidati che, in caso di vittoria del candidato Presidente saranno eletti per garantire una maggioranza. L’elenco completo non è ancora ufficiale ma si sa che ci sono Danilo Lo Giudice (oggi sindaco di Santa Teresa Riva e deputato di Sicilia Vera), Ismaele La Vardera e Francesca Draià, sindaca di Enna. Gli altri sicuramente saranno individuati nelle altre province per garantire la rappresentanza territoriale.
“Noi stiamo anticipando tutti su tutto, dai nomi, alle liste, ai programmi sia per le Regionali che per le Politiche non abbiamo paura a scoprire le carte- spiega De Luca- Questa è una squadra che rappresenta il territorio, che unisce storia e competenza. Mentre noi giriamo la Sicilia da mesi nel frattempo c’è la Chinnici che sta seriamente pensando di ritirarsi, si trova a disagio con certi giochi. Fava scalpita. Nel centrodestra ci sono faide interne e comunque chiunque sarà scelto sconterà le conseguenze di un nome fatto in estremo ritardo. Come fai a farti conoscere in un mese e mezzo? E come fa l’elettore a farsi un’opinione su un candidato a un mese e mezzo dal voto? Se sarà Musumeci ci fanno un regalo, perché abbiamo tutti gli argomenti….”.