“È come se Alessandra fosse tornata a vivere, una parte di lei rivive ancora, siamo felici anche noi”. Così il marito della donna donatrice al padre di Alessandra, la piccola nata al Cannizzaro di Catania dalla donna che ha avuto il primo trapianto di utero in Italia da una paziente deceduta. Lo racconta Giovanni, il neo-papà della piccola, in contatto con la famiglia della donatrice che ha perso la vita per un improvviso arresto cardiocircolatorio in un ospedale di Firenze. “Sono felici come noi, stiamo condividendo tutto”, aggiunge Giovanni, il padre di Alessandra.
Le famiglie sono entrate in contatto trovandosi su Facebook.
“È un miracolo che si è avverato, non ho parole, non riesco ad esprimere la felicità che provo.
Non dormo da due giorni e non vedo l’ora che tornino a casa. Io la sera rientro a Gela, ma ho la testa sempre all’ospedale Cannizzaro“. Così, al telefono con l’ANSA, Giovanni, il padre di Alessandra, la piccola nata dalla donna che ha avuto il primo trapianto di utero in Italia da una paziente deceduta.
“Mia moglie non l’ho ancora vista – aggiunge – ci siamo parlati al telefono, sta bene e non vedo l’ora di abbracciarla. La piccola è in incubatrice, ma procede bene, sono senza parole, non ci credo”.
Le parole le trova per “ringraziare la famiglia della donatrice” e la scelta del nome della figlia, Alessandra, come la donna deceduta, “è stata naturale, il minimo che potessimo fare”, e “le equipe mediche dei professori Scollo e Veroux, del Policlinico e del Cannizzaro di Catania, dei grandi professionisti che ci sono stati vicini in maniera impressionante, non ce l’avremmo fatta senza di loro”. E auspica che il loro esempio, la loro felicità, “possa essere contagiosa e spingere alla donazione” e dare continuità a “quel miracolo che è la vita”.
La moglie era stata sottoposta isterectomia a causa di una rara patologia congenita, la sindrome di Rokitansky, quando aveva 17 anni. “Quando ci siamo sposati – aggiunge – sapevo che non potevamo avere figli, ma io l’amavo e l’amo tantissimo. Oggi penso che abbiamo assistito e beneficiato di un miracolo”.
“Auguri ad Alessandra, la bimba nata a Catania grazie al trapianto dell’utero eseguito nel 2020 da Paolo Scollo e Pierfrancesco Veroux. Era sta la prima volta in Italia. Oggi la nascita di una meravigliosa bambina”. Così l’assessore alla Salute della Regione Sicilia, Ruggero Razza, sulla piccola nata all’ospedale Cannizzaro di Catania dalla donna che ha avuto il primo trapianto di utero in Italia da una paziente deceduta.
“Sono stato informato dell’evento appena Alessandra è nata e, come sempre in questi casi – aggiunge Razza – abbiamo atteso 48 ore per diffonderne la notizia. Non è soltanto una bella storia di sanità dovuta alla grande competenza di due professionisti di valore. Più semplicemente è la dimostrazione di come la sanità in Sicilia non sia quel luogo di potere e di potentati che suscita proprio in queste settimane la bramosia di troppi avvoltoi. Ed, invece, tra le ombre delle difficoltà ancora presenti, si innalzano le luci dei risultati come questo che rendono a tanti professionisti giustizia del loro lavoro”.