GUARDA IL VIDEO IN ALTO
I Carabinieri di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone accusate di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’indagine trae origine dal rinvenimento del cadavere del pescatore catanese G.S., 56 anni, avvenuto il 20 febbraio 2021 nel cortile antistante una palazzina di case popolari in via Toledo.
Le indagini si sono focalizzate su un possibile traffico di sostanze stupefacenti proprio all’interno di quello stabile dove la vittima si era probabilmente recata per acquistare cocaina, di cui da qualche tempo ne era diventato dipendente. Tale ipotesi ha trovato immediato riscontro sia dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, che dall’esito dell’esame autoptico sul cadavere dal quale è emerso che la morte dell’uomo era da ricondurre ad un infarto del miocardio complicato da una rottura del cuore a seguito di una acuta intossicazione di cocaina in un soggetto assuntore abituale.
Le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito di accertare come all’interno dell’abitazione al terzo piano della palazzina di via Toledo 51, in uso a Giuseppe Cannone, 53 anni, vi fosse una vera e propria piazza di spaccio a gestione familiare, diretta dallo stesso Cannone avvalendosi della stretta collaborazione della compagna Alfia Litrico, 42 anni, della cognata Adriana Litrico, 28 anni, e di suo marito Alfio D’Ignoti Parenti Alfio, 31 anni. Cannone e D’Ignoti Parenti sono stati arrestati, mentre le due donne sono state poste ai domiciliari.
Le indagini hanno permesso non solo di ricostruire le ultime ore di vita del pescatore il quale, al termine di una notte di lavoro in mare, aveva deciso di acquistare cocaina dalla famiglia Cannone e di assumerla subito, prima di rientrare a casa, ma anche di far emergere la fiorente e strutturata attività di spaccio presente, prevalentemente di crack e cocaina.