«La finalità che si intende perseguire con la dismissione di animali è quella di spostare dal sito i capi che non sono conformi agli standard della razza o che possono generare, anche con un attento controllo, accoppiamenti non desiderati. Questa necessità è legata ad un progetto di miglioramento dell’allevamento stesso».
È quanto si legge nella relazione del Servizio 15 – Ufficio per il territorio di Ragusa del dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale della Regione Siciliana in ordine alla richiesta sollevata dalla Lav di annullare l’asta degli equidi a cura dell’Azienda pilota regionale per l’allevamento dell’asino di razza “Ragusana”, a Calaforno (Ragusa).
L’alienazione degli equidi è un intervento di natura zootecnico-gestionale. «I cavalli presenti nel demanio forestale sono stati acquisiti negli anni senza una progettualità definita e lasciati riprodurre senza alcun obiettivo di miglioramento o prospettiva di utilizzo. Si ritiene opportuno destinarli altrove – si legge nella relazione dell’Ufficio per il territorio di Ragusa – in quanto il mantenimento degli stessi non può essere giustificato dalle attività comprese nel Piano degli interventi di questo Ufficio, che prevede l’allevamento dell’asino ragusano al fine di conservare la razza in via di estinzione e farla conoscere al grande pubblico».
La destinazione d’uso degli animali oggetto della cessione non rientra tra le competenze del dipartimento, che sta facendo un’asta pubblica aperta a tutti. Il dipartimento regionale dello Sviluppo rurale e territoriale si occupa di gestione del demanio forestale, l’attività di allevamenti pilota è minimale ed è limitata solo ad alcuni casi; si giustifica laddove vengono preservate le razze autoctone, come il caso dell’asino ragusano, esistente dal 1985, mantenuto in purezza, allontanato cioè dagli animali che non rispondono agli standard di razza.
Relativamente alla quantificazione del valore da assegnare agli animali, dal dipartimento si precisa che «gli animali, per età, discendenza e altre caratteristiche, possono essere valutati in modo specifico e si ritiene non si disponga di altri parametri. – si spiega nella relazione – Solo per questa ragione, e nessun altra, è stato indicato il peso vivo dell’animale quale indice di riferimento al fine di formulare l’offerta e non per indurre i compratori alla macellazione degli stessi animali. Anche l’indicazione circa la Dpa (Destinati alla produzione di alimenti) viene inserita solo in quanto uno degli aspetti qualificanti nel passaporto degli animali e non per altre ragioni».