“No alle liste di proscrizione sul personale non vaccinato della pubblica amministrazione“. Lo dicono in una nota congiunta i segretari regionali della Flc Cgil, Adriano Rizza, Cisl Scuola, Francesca Bellia, Uil Scuola, Claudio Parasporo, Snals-Confsal, Michele Romeo e Fgu Gilda Unams, Loredana Lo Re.
“L’ordinanza n. 75 del 7 luglio 2021 – spiegano – con la quale il presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, all’articolo 3 prevede la ricognizione del personale non vaccinato del pubblico impiego, a parere delle scriventi organizzazioni sindacali non tiene in alcun conto le indicazioni espresse dal Garante per la privacy, che ha dichiarato: ‘Il datore di lavoro non può acquisire, neanche con il consenso del dipendente o tramite il medico competente, i nominativi del personale vaccinato o la copia delle certificazioni vaccinali‘“.
“L’art. 3 dell’ordinanza sopra citata dunque – aggiungono – contravviene all’attuale disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e alle disposizioni sull’emergenza sanitaria e ciò non è ammissibile. Inoltre l’ordinanza regionale detta disposizioni su una materia, l’obbligo vaccinale appunto, che è di competenza dello Stato secondo quanto stabilito dalla Costituzione“.
“Le scriventi organizzazioni sindacali – prosegue la nota – consapevoli che l’emergenza sanitaria è drammaticamente ancora in atto, ritengono che non può essere certo un’ordinanza regionale a dettare obblighi al personale dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione, ordinando al datore di lavoro pubblico ‘di provvedere, nei modi e termini previsti dal CCNL di categoria, a individuare per l’interessato una differente assegnazione lavorativa’“.
“Inoltre – continuano i sindacati – l’ordinanza, introducendo implicitamente un obbligo di vaccinazione non lecito, non fornisce poi indicazioni chiare circa le modalità applicative delle medesime disposizioni rispetto al ‘chi’ e al ‘come’ renderle operative e arriva addirittura a immaginare, con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici, presidi davanti le istituzioni scolastiche, con la chiara intenzione di individuare chi non è vaccinato. Siamo dunque di fronte a uno dei soliti provvedimenti confusi del nostro governo regionale“.
“Ma la conseguenza ancora più grave dell’ordinanza – aggiungono – è che crea i presupposti per considerare il personale scolastico come responsabile dei contagi per non essersi vaccinato in massa, dimenticando volutamente che proprio questo personale è stato il destinatario nei mesi scorsi del vaccino Astrazeneca, che ha scoraggiato non poco i lavoratori per le gravi problematiche derivate dalla somministrazione dello stesso“.
“Ribadiamo ancora che solo un atto normativo dello Stato – sottolineano nel documento – potrà prevedere l’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid-19 e sino a quando questo non ci sarà si dovrà continuare ad applicare le disposizioni vigenti sulle ‘misure speciali di protezione’ previste per gli ambienti lavorativi (art. 279 del d.lgs. n. 81/2008)“.
“Siamo consapevoli – concludono – che l’adesione massiccia alla campagna vaccinale sia uno degli strumenti per poter riprendere le normali attività di tutti i giorni ma siamo altrettanto certi che, per riprendere a settembre la didattica in presenza in condizioni di sicurezza, occorra la volontà politica di mettere in atto altre misure sostanziali di natura organizzativa sulle quali le organizzazioni sindacali si sono ampiamente pronunciate nei mesi scorsi, ossia quelle legate alla previsione di organici del personale docente e ata adeguati e non sottodimensionati come quelli attuali e all’eliminazione delle classi pollaio“.