Può riaprire l’istituto comprensivo Michelangelo Buonarroti di via Castellana, a Palermo. Ieri era stato chiuso dopo il crollo del soffitto del bagno della scuola primaria. Questa mattina, il sopralluogo dell’ufficio edilizia, da cui è emerso che il plesso è sicuro. E che a restare inaccessibile deve essere solo la zona dei bagni, con le due aule limitrofe.
Tutto è accaduto ieri in poche ore. “Come ogni mattina – racconta la dirigente scolastica Iole Ciaccio -, è stato fatto il controllo di eventuali anomalie. Il collaboratore si è reso conto della presenza di una lesione sul soffitto e subito ha informato il responsabile della sicurezza. Abbiamo provveduto a chiudere immediatamente l’area. Solo dopo ore è avvenuto il crollo. A quel punto, in attesa del sopralluogo dei tecnici, abbiamo deciso di chiudere l’intero edificio”, spiega.
Il vero problema alla Buonarroti, però, è ben altro, come dimostrano le foto in questo articolo: “Da dieci anni – sottolinea Ciaccio -, siamo costretti a tenere chiusa una parte del plesso centrale, dove ci sono quattro aule e i servizi. Il pavimento risente delle infiltrazioni che arrivano dal fiume sotterraneo, il canale Passo di Rigano. Ci sono carteggi infiniti con l’amministrazione comunale, ma nulla è mai stato fatto. L’anno scorso, però, siamo riusciti con molta difficoltà a presentare richiesta alla Regione, rispondendo ad un avviso. Siamo entrati in graduatoria provvisoria, grazie al progetto dettagliato che abbiamo fornito. Aspettiamo solo il decreto per poter finalmente avviare i lavori”.
La situazione precaria degli edifici scolastici comunali si trascina da diverso tempo. La V commissione, Pubblica istruzione, appena insediata, ha inviato una lettera ai dirigenti – una trentina – dei 73 plessi del I ciclo per conoscere le diverse esigenze. “Ad oggi – spiega Valentina Chinnici, capogruppo al consiglio comunale di Progetto per Palermo – hanno risposto solo in due. Lo hanno fatto con dossier dettagliati, che riguardano quella che dovrebbe essere considerata ordinaria manutenzione. Gli altri, probabilmente, hanno un canale diretto con l’amministrazione. Ma senza l’approvazione del bilancio abbiamo le mani legate sugli interventi più consistenti”.