Il Covid e le sue varianti non smettono di crescere e di diffondersi. E’ arrivata anche in Sicilia infatti l’ultima sottovariante di Omicron, Cerberus.
Secondo gli esperti, anche quest’ultima nel breve periodo si diffonderà su tutto il territorio. Sono già sei i casi individuati a Palermo, un intero nucleo familiare di un paziente ricoverato all’ospedale Cervello e di un altro dell’ospedale di Cefalù.
La mutazione BQ.1, accompagnata dalla figlia BQ.1.1, soprannominata dai media “Cerberus”, è stata sequenziata dal Centro regionale qualità dei laboratori (Crq) di Palermo, guidato da Francesca Di Gaudio. Il primo caso è stato riscontrato in un campione prelevato il 9 settembre, gli altri risalgono al 27 settembre e al 4 ottobre. Significa che la sottovariante già circola nell’Isola da più di un mese.
Secondo l’Ecdc (European Centre for Disease Control), entro l’inizio del prossimo anno Cerberus sarà responsabile dell’80% dei contagi.
Certo si tratta di un allarme che arriva proprio mentre l’Italia sembra aver raggiunto il picco dei contagi autunnali, con una leggera discesa dell’incidenza certificata dal rapporto del ministero della Salute.
In Sicilia la discesa non è ancora iniziata, ma già dalla scorsa settimana i nuovi casi sono diminuiti, esattamente del 3,5%, a fronte di aumenti superiori al 20% nelle settimane precedenti.
La scorsa settimana erano stati scoperti i primi due casi di Centaurus (BA.2.75) in provincia di Palermo. Cerberus si è diffusa in Francia, dove in meno di un mese ha raggiunto il 19%, in Belgio è al 9, in Irlanda al 7, nei Paesi Bassi al 6 e in Italia al 5 %. Secondo l’ente europeo, “la sua diffusione è alimentata soprattutto dalla capacità di evadere il sistema immunitario”.
Questo perché in essa sono presenti diverse mutazioni della proteina Spike, che viene riconosciuta dai nostri anticorpi naturali o dagli anticorpi monoclonali delle aziende farmaceutiche. Secondo l’ente europeo, non c’è alcuna evidenza che sia più aggressiva di Omicron 5. Ma l’Ecdc prevede che “questa variante e i suoi lignaggi contribuiranno probabilmente a un aumento dei casi in Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi“. Per la responsabile del laboratorio di riferimento regionale per la ricerca delle varianti, Francesca Di Gaudio, non desta particolari preoccupazioni: “Per ora – spiega – è considerata una sottovariante di interesse e non di allarme”.
Secondo gli studi, i vaccini in uso oggi, garantirebbero un’ottima copertura contro questa mutazione, ma la corsa ai nuovi farmaci finora non c’è. La Regione ha dato il via alla campagna per la quarta dose per tutti gli over 12 e per la quinta dose agli over 60 (secondo le indicazioni ministeriali).