Su 24 ministri solo meno della metà, ovvero 8, sono nati da Roma in giù. E gli altri? Cinque ministri sono lombardi, tre piemontesi, solo un ligure, tre veneti, due dall’Emilia-Romagna, uno del Friuli Venezia Giulia.
Fotografando l’Italia dei Ministri- Meloni, il Centro sostanzialmente non esiste, il Sud è come se non ci fosse, mentre il Nord è l’unico pienamente rappresentato con 15 ministri di cui ben 5 dalla Lombardia.
Totalmente assenti: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria.
Nonostante Giorgia Meloni, per il suo discorso per la fiducia a Camera abbia fatto riferimenti importanti al Mezzogiorno e alla necessità di ridurre il gap con il Nord, di fatto i suoi ministri sono in larga parte settentrionali.
Ma andiamo alle Isole
Sicilia e Sardegna hanno un solo ministro a testa: Nello Musumeci, originario di Militello in Val di Catania e Maria Elvira Calderone di Bonorva, in provincia di Sassari. Per il Ministro per le Politiche del Mare e per il Sud si tratta di un Dicastero senza portafoglio a differenza della collega scelta per il Lavoro e le Politiche Sociali.
Andando più nello specifico si nota come su 24 ministri, ben 5 appartengono al partito della Lega e tutti e 5 sono nati in Lombardia. Si tratta di Salvini (Mi), Giorgetti (Va), Valditara (Mi), Calderoli (Bg), Locatelli (Co).
Un dato che fa riflettere, soprattutto se si pensa al percorso iniziato nel 2017 da Matteo Salvini. L’attuale vice premier e Ministro per le Infrastrutture aveva preso il partito con l’intento di trasformarlo dandogli un’ impronta più nazionale e meno relegata alla dimensione regionalistica con cui era nato e che lo contraddistingueva. Uno stravolgimento non soltanto del nome ma anche di principi e di partecipazione. Finiva la Lega Nord e iniziava la Lega per Salvini che sbarcava così al Sud con “Prima l’Italia“. Si tratta di un nuovo movimento politico che unisce a livello locale le forze del centrodestra in un’unica lista, cosa che ha fatto infuriare l’ex Leader leghista Umberto Bossi che chiedeva rispetto per il Settentrione.
Ma quindi questi nuovi ideali di inclusione, unità e nazionalità tanto declamati da Salvini, che fine hanno fatto? Perché ci ritroviamo con ministri leghisti sempre del Nord e mai del Sud?
Ma andiamo ancor di più nel dettaglio, è notevole come ci sia una sostanziale differenza anche di genere all’interno del Consiglio Ministri, perché sono soltanto 7 le donne al suo interno, a differenza della componente maschile che invece è più del doppio. Ma quindi questa accusa volta alla Meloni di mettere le donne sempre un passo dietro agli uomini, è vera? E’ pur vero che abbiamo la prima donna Presidente del Consiglio, ma la componente femminile al governo resta comunque molto bassa.
E ancora, come è possibile che siano al 97% tutti laureati, soprattutto in Giurisprudenza ( se ne contano ben 11) e proprio il Presidente del Consiglio (Meloni), il suo Vice presidente (Salvini) e il ministro della difesa (Crosetto) siano gli unici ad avere come titolo di studio il diploma di maturità?
Infine, dall’analisi svolta si evince che 8 di loro risultano iscritti all’albo dei giornalisti professionisti, tranne uno che è pubblicista.