Una lettera per scusarsi con i propri clienti per non avere dato tempestivamente risposta “alle chiamate e alle richieste, alle vostre esigenze“. A firmarla, a nome dell’intera categoria, è stato il presidente dell’ordine dei commercialisti di Palermo, Nicolò La Barbera. Il professionista spiega come Novembre sia stato un mese “inumano” per i numerosi adempimenti fiscali: “una concentrazione folle di date” scrive.
Ai soliti adempimenti (in totale 164, calcola il presidente La Barbera) sono sono aggiunte anche le autocertificazioni per gli aiuti di stato ricevuti negli ultimi due anni e cartelle che sono arrivate dopo il fermo dei due anni pandemici. “Credo che sia arrivato il momento di dire basta: ma noi da soli non riusciamo ad affrontare questo fiume in piena che rischia di travolgere voi e noi”, scrive La Barbera. “In questo momento necessita fare squadra e quindi chiedo a voi tutti, a tutte le sigle sindacati datoriali, alla CCIAA che rappresenta la “casa” del mondo produttivo, alla Consulta delle Professioni territoriale, ai nostri esponenti politici recentemente eletti al Comune di Palermo, alla Regione Siciliana, al Parlamento della nostra Repubblica di darci una mano a fermare questo fiume in piena”. “Occorre una profonda riflessione immediata su tutto ciò: che i miseri 30/60 giorni per analizzare, predisporre memorie, procedere all’autotutela molte volte inevase (per non dire miriade di PEC non riscontrate dalla pubblica amministrazione sempre per carenza di personale), predisporre la complessa procedura del contenzioso tributario, non sono più sufficienti perché gli uffici pubblici hanno personale insufficiente per far fronte alla richiesta di riscontro di milioni e milioni di atti amministrativi. Credo che tutto ciò sia decisamente ‘inumano’.