Oggi ricorrono i vent’anni dalla morte del Giudice Antonino Caponnetto. Dopo l’uccisione di Rocco Chinnici chiese ed ottenne il trasferimento a capo dell’Ufficio Istruzione di Palermo che proprio Chinnici aveva tragicamente lasciato.
Guidò il pool antimafia dal 1984 al 1990. Rafforzò il coordinando di un gruppo di magistrati che si occupavano a tempo pieno di mafia.
Al suo fianco chiamò Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta.
“Nel suo ricordo, a vent’anni dalla sua morte, l’impegno di portare avanti le sue idee e le sue scelte oggi più che mai attuali. Sento forte la responsabilità e l’onore di ricoprire il ruolo di Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto affiancando la moglie Elisabetta Baldi Caponnetto che nel 2003, insieme al Presidente Salvatore Calleri, ne ha voluto la nascita. Questa responsabilità mi impone di continuare le nostre battaglie a schiena dritta tentando, con il massimo impegno, di portare avanti il ricordo e le azioni di Nino Caponnetto. Incontro migliaia di studenti fra Scuole e Università e quando parlo con loro porto nel mio cuore le parole di Caponnetto”: “La mafia teme la scuola più della giustizia, l’istruzione toglie erba sotto i piedi della cultura mafiosa. ” – così Giuseppe Antoci, Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto ed ex Presidente del Parco dei Nebrodi sfuggito ad un attentato mafioso nel maggio del 2016 ricordando il ventesimo anniversario della morte del Capo del pool antimafia Antonino Caponnetto.