Erano costate un milione di euro tre Tac di ultima generazione per la sanità siciliana e, dopo il collaudo, non sono state più riaccese negli ospedali di Enna, Gela ed Acireale.
I macchinari di ultima generazione, presi con i fondi Covid, dovevano essere a supporto delle tre strutture e dei pazienti siciliani costretti ad aspettare il proprio turno in lunghe liste d’attesa o costretti a sborsare fino a 250 euro per la Tac a pagamento.
Il direttore generale dell’Asp di Enna, Salvatore Iudica, ha evidenziato che il ritardo è dovuto dall’attesa della “consegna della macchina tradizionale per la Radiologia che andrà montata negli stessi locali della Tac. Per evitare di sballottare da un reparto i pazienti che necessitano di entrambi gli accertamenti”.
Situazione diversa a Gela e Acireale. All’ospedale di Gela, infatti, mancano le certificazioni antincendio dei locali del nuovo Pronto soccorso infettivologico dove è situato il macchinario e, ci sarà da aspettare altri due/3 mesi per avviare l’attività.
Ad Acireale, invece, si aspettano gli arredi per utilizzare la sala e un infusore acquistato con fondi aziendali, fa sapere l’Asp di Catania.
Si spera che da gennaio, almeno una delle tre Tac sarà aperta al pubblico.