La politica palermitana si prepara alle prossime scadenze elettorali che coinvolgeranno il capoluogo siciliano nel 2022. Più Europa, guidata dal suo responsabile nazionale, Fabrizio Ferrandelli, già lavora in blocco con Azione, coordinata a Palermo da Mario Enea, alla costruzione di un progetto unitario delle forze liberal democratiche, europeiste, popolari e progressiste.
Cosa sta accadendo all’interno di questo grande centro? Più Europa guarda alle alleanze in vista delle amministrative dell’anno prossimo, perché l’obiettivo è governare Palermo, chiudendo la stagione orlandiana definitivamente. Lo spiega il capogruppo del partito a Palazzo delle Aquile, che ha chiaro il quadro politico: senza coalizione non si vince.
“La linea tracciata da Più Europa già dallo scorso congresso nazionale, che ha riconfermato Benedetto Della Vedova e di cui io sono stato il più grande sostenitore, con un risultato strabordante nel partito, è quella di avere una vocazione federativa di tutte le forze liberal-democratiche ed ecologiste presenti sul territorio nazionale, perché riteniamo – ha detto il consigliere al Comune di Palermo – che davanti ad una politica di fanatismi a destra e a sinistra, ci sia la necessità di trovare le ragioni dell’equilibrio della politica. A Milano stiamo facendo la lista che si chiama ‘I Riformisti’, per esempio, a Roma stiamo facendo le elezioni insieme a Carlo Calenda, e sulla scia di questo percorso, a Palermo io ho già fatto la prima operazione ed oggi si insedierà Leonardo Canto, per cui noi, Azione e Più Europa, faremo la componente insieme, avendo una rappresentanza in Consiglio comunale. All’interno del campo liberal democratico abbiamo registrato la disponibilità di altri, perché Più Europa e Azione sono già confederate”.
Più Europa ha rinnovato i suoi vertici con questo chiaro intento a convocazione federativa: è possibile dare vita ad un polo moderato, perché c’è la necessità di rappresentare un’ampia fascia di popolazione che non si riconosce negli estremismi e nei populismi, sia di destra che di sinistra. Ed è questa la linea progettuale, quella dell’aggregazione di forze politiche allergiche ai sovranisti, dunque, confronto ed incontro sono gli strumenti per allargare il centro, aprendo il dialogo con altri moderati e centristi per un raccordo inclusivo pronto a cambiare il volto di Palermo, a partire dal suo primo cittadino.
Ma Fabrizio Ferrandelli è il nome papabile a ricoprire la carica di sindaco di Palermo? “L’unica cosa a cui non sono interessato, lo dico ufficialmente, è fare il toto sindaco. Io sono candidato sicuramente a cambiare la direzione verso la quale sta andando questa città, e sono fin troppo maturo ed esperto, ormai, nel capire che il presupposto del successo di quest’operazione, non sta nell’avanzare i nomi, ma nel mettere davanti i progetti, e quindi a tutto sono interessato tranne che al toto sindaco. Non è il mio interesse sono interessato al con chi che al chi, perché il prossimo sindaco avrà davanti a sé talmente tante emergenze, che sarà importante la compagine con chi farà il sindaco. Il grande centro non ha un nome e per me non si deve partire dal nome, altrimenti naufraga questo progetto. Se io avessi interesse a far naufragare un’operazione che può essere determinante per la città, allora dovrei partire sicuramente dal nome, perché l’unico modo per bruciare è dividerci. Ad oggi sono disinteressato, m’interessa di più la riuscita del progetto”.
“Sarà fisiologico mettere la fascia di capitano a qualcuno, ma a quel punto sarà indifferente”, tutto dipenderà dalla possibilità di stare insieme politicamente.
Dunque non c’è ancora il nome del candidato. Ma si parte dalle questioni concrete, dalle attività sociali, dalla gestione dei rifiuti, dai problemi dei quartieri che hanno bisogno di una riqualificazione territoriale.
Ma con chi dialoga Più Europa per fare colazione alle amministrative? Certamente il primo interlocutore vicino è Azione, due realtà politiche già confederate e consolidate a Sala delle Lapidi, lavorano insieme alla propria lista per affrontare insieme i prossimi appuntamenti comunali, ma anche le elezioni regionali. Si parte con questo grande blocco che ha una forte rappresentanza in aula consiliare, cognizione della macchina amministrativa della città.
Poi c’è il Partito democratico a condizione che rappresenti l’alternativa ai Cinque stelle “A livello nazionale Più Europa non ha difficoltà a stare con Pd in coalizione, ma laddove il Pd gioca a Roma con la Raggi, noi abbiamo fatto la celta di andare con Calenda. Del resto non potremmo essere dei promotori del referendum sulla giustizia, e poi ritrovarci con chi del giustizialismo ne sta facendo una partita. A Palermo se il partito democratico non vorrà cedere all’abbraccio dei cinque stelle e non vorrà farsi avviluppare dalla decadenza orlandiana, per noi sia per la Regione che per il Comune è un interlocutore. Ma a livello regionale si dovrà chiarire perché non può proporre l’asse fondamentale con i cinque stelle. Quindi se il pd parte sul fronte di una discussione liberal-democratica e progressista, intanto partiamo da quello”. E comunque “Chi si è ritrovato a fare opposizione ad Orlando è il benvenuto. Però– chiarisce Ferrandelli – è soltanto un lavoro d’aula è troppo presto per parlare di alleanze e di percorsi comuni alle amministrative.
L’Udc è una forza di centro per eccellenza. “L’Udc è una forza certamente moderata. In passato non ho avuto difficoltà a dialogarci, ma deve scegliere da che parte stare. Il tema è: l’Udc vorrà essere una costola della Lega o vuole fare un’operazione alternativa? Di certo ognuno con le proprie liste potrà fare un ragionamento politico, io sto facendo una piattaforma programmatica e progettuale, una scelta di campo dal punto di vista strategico. Io non ho problemi a parlare con nessuno, purché ci sia un recinto molto chiaro rispetto a valori e obiettivi”.
“Grande confusione nel centrodestra palermitano con cambi di casacca dove si notano posizionamenti tattici e geopolitici più che di prospettiva”.