A poche ore dalla nomina di Pippo Palmeri quale nuovo commissario straordinario della Fondazione Taormina Arte, uno degli enti più importanti della Regione siciliana, arriva un documento firmato dal sindaco di Taormina, Mario Bolognari, destinato a fare discutere.
Poche righe indirizzate all’Assessorato Regionale del Turismo dello Sport e dello Spettacolo e alla Fondazione Taormina Arte Sicilia, all’attenzione del Soprintendente Ester Bonafede in cui, il primo cittadino taorminese, “mette in guardia” da possibili atti che, in futuro, potrebbero rivelarsi illegittimi.
A spiegarne la ragione, è lo stesso Bolognari. A proposito della Presidenza e legale rappresentanza della Fondazione Taormina Arte Sicilia, sottolinea che “lo Statuto della Fondazione Taormina Arte Sicilia, approvato con D.A. n. 1056 del 9 giugno 2022, pubblicato sulla GURS e a tutti gli effetti vigente, prevede all’art. 9 che il Presidente è il sindaco della città di Taormina, ai sensi di quanto disposto dall’art. 11, comma 1, del D.lgs. 367/96. Il Presidente, pertanto non va nominato. Inoltre, il Presidente ha la legale rappresentanza della Fondazione ed esercita tutte le funzioni previste dallo Statuto. Pertanto, appare non conforme alle norme dello Statuto il dispositivo dell’odierno decreto di nomina di un commissario della Fondazione Taormina Arte Sicilia, in particolare l’art. 2 che attribuisce la legale rappresentanza al Commissario. In spirito di collaborazione, con la presente si intende evitare il compimento di atti che potrebbero rivelarsi illegittimi”.
Secondo la lettura del sindaco di Taormina, la nomina di Palmeri violerebbe, dunque, lo Statuto della Fondazione Taormina Arte, in particolare nell’attribuzione della rappresentanza legale al neo commissario straordinario.
Mario Bolognari dunque rivendica in modo ufficiale la titolarità della presidenza e della legale rappresentanza “ammonendo”, seppur in spirito di collaborazione, l’Assessorato al Turismo. Il rischio insomma è che gli atti firmati dal neo commissario Palmeri, possano rivelarsi in futuro illegittimi.