Dicono tutti che le partecipate non c’entrano. Però, guarda caso proprio mentre ancora si discute sugli ultimi incastri, i lavori del consiglio comunale di Palermo si bloccano lo stesso. Tutti contro Tantillo, il presidente del consiglio. Che non può essere sfiduciato perché il regolamento non lo prevede prima dei due anni e mezzo di mandato.
Si spacca la maggioranza. Anzi, a spaccarsi è proprio Forza Italia, il partito più numeroso, di cui Tantillo fa parte.
A parlare sono gli stessi compagni che in aula prendono la parola uno dopo l’altro. A cominciare da Ottavio Zacco: “Voglio tranquillizzare l’opposizione. Non esiste un problema di maggioranza, né del gruppo Forza Italia con il sindaco Lagalla o con la giunta. Però, confermo, esiste un problema nei confronti del presidente del consiglio comunale. Non come persona – aggiunge -, ma perché non ha coinvolto i gruppi per i lavori dell’aula”.
Zacco è il primo in ordine di tempo a chiedere al presidente di confrontarsi con il suo gruppo consiliare e poi di relazionare allo stesso consiglio: “I vertici delle partecipate non c’entrano. Non mi interessano – ci tiene a sottolineare -. E non è una questione di sfiducia. Però, è l’unico modo per riuscire a proseguire il dialogo con le opposizioni, che finora hanno svolto un lavoro egregio”.
Molto più netto è il capogruppo di Forza Italia, Gianluca Inzerillo: “Io non ho dato delega a nessuno affinché rappresentasse FI alla conferenza dei capigruppo”, dice, rivolgendosi direttamente a Tantillo, colpevole a suo dire di aver glissato sulla decisione del partito di non partecipare alla riunione che avrebbe preceduto i lavori in sala delle Lapidi.
Pasquale Terrani sottolinea il fatto che “una riunione di maggioranza era stata chiesta già da tempo. L’ho fatto io stesso a dicembre dopo l’approvazione del bilancio. Sentivo già nell’aria una sensazione di malessere. E bisognava parlare delle tematiche che volevamo portare avanti per attuare il programma del sindaco Lagalla”.
Anche Prima l’Italia con il capogruppo Alessandro Anello, invece, rinnova l’urgenza di una riunione dei capigruppo di maggioranza: “Se c’è un problema nella maggioranza – dice – si crea un cortocircuito. Dobbiamo fare il punto, perché i lavori d’aula altrimenti diventano complicati”.
Timido, invece, il tentativo di Fratelli d’Italia con il capogruppo Giuseppe Milazzo di riprendere i lavori, discutendo la prima delle quattro mozioni all’ordine del giorno – l’intitolazione di una strada a Biagio Conte – con Antonio Rini a fargli eco: “Lasciamo fuori il dibattito politico. Non dobbiamo inquinare il clima così”, dice il sindaco di Ventimiglia.
Il più duro tra le opposizioni è Ugo Forello, capogruppo Oso: “Non si può procedere in maniera serena. Le accuse fatte al presidente sono strumentali. Ma è già stata fatta una richiesta formale di fare riunione di maggioranza. Ed è stata negata questa possibilità. Attenzione – sottolinea -, non potete trovare appoggio sulle opposizioni. Non saremo la stampella di chi si rompe su una figura che per importanza può essere paragonata solo al sindaco. Questa discussione va fatta davanti a Lagalla. La governance delle partecipate è più importante rispetto ad altre mozioni, perché è dalle partecipate che derivano i servizi ai cittadini”.
Anche il Partito democratico non vuole andare avanti “finché la maggioranza non avrà risolto i suoi problemi interni – è deciso Carmelo Miceli -. Da consigliere di opposizione devo sapere se il maggiore partito di maggioranza ha risolto le proprie questioni intestine. Voglio saperlo prima dell’inizio dei lavori di domani. Oggi è una seduta di carnevale. Dobbiamo chiedere scusa alla città e andare avanti”.
L’ultimo intervento in aula, quello di Antonino Randazzo, capogruppo del Movimento 5 stelle, che ribadisce che “le opposizioni chiedono di essere riconvocate solo dopo che le beghe interne alla maggioranza saranno risolte”, chiude una seduta durata appena 40 minuti.
Il presidente, dal canto suo, dopo aver convocato per domani mattina alle 10,30 la tanto invocata riunione dei capigruppo di maggioranza, non può far altro che prendere “atto del malessere. Non credo, però, che ci sia un problema interno alla maggioranza, né all’interno di Forza Italia – dichiara Tantillo raggiunto successivamente al telefono -. Bisogna chiarire alcuni passaggi, affinché i gruppi consiliari possano essere più coinvolti nei lavori d’aula”.
Fa un passo indietro, Tantillo, e viene incontro alle esigenze del consiglio: “Hanno ragione – dice -. Allora, cambieremo regime. Saranno i capigruppo a portare all’ordine del giorno le urgenze ed io mi limiterò a portare quelle dell’amministrazione”. Ma sulle partecipate è sicuro: “Il malessere non deriva da questo”.