Ad Acate (Rg) questa mattina si è riunita la Commissione antimafia per incontrare le autorità locali e fare il punto sulla vicenda di Daouda Diane, l’ivoriano di 37 anni scomparso senza lasciare traccia il 2 luglio scorso.
L’uomo si era recato al lavoro quel sabato mattina in un cementificio del posto ma di lui subito dopo si sono perse le tracce. È la seconda tappa del tour della commissione in tutte le province siciliane. Il primo incontro si è svolto a Castelvetrano. Della commissione sono presenti il presidente Antonello Cracolici, del Pd, Jose Marano, dei 5 Stelle e Ismaele La Vardera, di Sicilia Vera; all’incontro partecipano il prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri, il questore Giuseppina Agnello, il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Carmine Rosciano, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Walter Mela. “Stiamo facendo un viaggio in Sicilia, in tutte le province siciliane – ha detto Caracolici – per avere un report sulla condizione della criminalità nelle varie province siciliane. Abbiamo voluto individuare dei luoghi simbolo e siamo qui ad Acate perché abbiamo voluto alzare l’attenzione su un tema che ha colpito l’opinione pubblica e che non vogliamo passi nel dimenticatoio. Ma vogliamo avere anche una panoramica sulla criminalità in questo territorio, su mafia e agricoltura. Vogliamo mettere in campo strumenti di conoscenza per potere meglio affrontare le questioni che riguardano una partecipazione civile e corale alla lotta contro la criminalità. Sono qui per provare a capire, per cercare la verità. Un mistero come questo non può essere tollerato” ha aggiunto Cracolici riferendosi alla vicenda di Daouda Diane.
“Dobbiamo continuare a cercare la verità, solo così questo territorio potrà essere libero. Un mistero come quello della scomparsa di Daouda Diane non può più essere tollerato. La presenza contemporanea di stidda e cosa nostra rende unica in Sicilia la provincia di Ragusa per il condizionamento della vita sociale, urbana e rurale. Dobbiamo mobilitare la collettività – ha aggiunto Cracolici – sui temi del controllo della manodopera e del caporalato, su questo i cittadini devono sapere che l’antimafia c’è. Questa vicenda è inquietante, ed è giusto da parte nostra sollecitare la ricerca della verità. Siamo qui anche per fare una panoramica della criminalità nel territorio e mettere in campo tutti gli strumenti utili”.