Un’area argillosa e inutilizzata di circa sette ettari, compresa tra due valloni denominati “Barca”, e tormentata da sempre da movimenti franosi. Si tratta di un’instabilità diffusa che potrebbe passare inosservata se non fosse che a monte si trova una vasta porzione del centro storico di Raffadali, nell’Agrigentino. Il rischio, dunque, è che prima o poi case e infrastrutture vengano coinvolte e trascinate a valle.
I lavori che stanno per partire grazie all’intervento dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal governatore siciliano Nello Musumeci, hanno proprio l’obiettivo di scongiurare una tale catastrofica ipotesi. Non a caso, infatti, la Struttura commissariale diretta da Maurizio Croce ha raccolto il grido d’allarme dell’amministrazione locale e ha bruciato le tappe per arrivare all’aggiudicazione dell’appalto. Le opere di consolidamento – palificate, muri di contenimento, gabbionate e sistemi di drenaggio – saranno realizzate dall’associazione temporanea di imprese capitanata dalla Sif di Maletto che avrà a disposizione un budget di oltre quattro milioni di euro.
Si chiude, così, un’attesa di quasi un secolo, se si considera che l’area in questione era stata catalogata tra quelle più a rischio del paese con un regio decreto del 1930. La sua messa in sicurezza fu progettata dal Comune nel 1988, ma si arenò tra difficoltà economiche e pastoie burocratiche. Poi, finalmente, il via libera arrivato dal governo Musumeci.