Negli ultimi 10, 15 anni, nell’era del vaffa, del populismo, delle risse in tv, le parole “ultimo democristiano” hanno assunto un’accezione negativa, un retrogusto vintage e vagamente allusivo. Quasi ci si vergognava di voler credere negli stessi ideali di chi l’Italia della Costituzione l’ha costruita sulle macerie della guerra. Oggi che sono in tanti a dire “c’era una volta la politica” auspicandone il ritorno, lui, Pier Ferdinando Casini che democristiano lo è stato nella Bologna e nell’Emilia rossa, poi sia da alleato di Berlusconi che da avversario, in Parlamento da 40 anni, con 10 legislature di fila dall’83 ad oggi (che è l’undicesima), lo rivendica con orgoglio. Ci ha scritto un libro su quello che era la politica quando il confronto e le idee valevano più di una raffica di insulti in un talk show e la mediazione non era una cosa sporca ma rispetto per gli avversari. Casini, l’ultimo democristiano, è stato a Messina per presentare il suo libro “C’era una volta la politica”, nell’affollatissima Sala Sinopoli del Teatro Vittorio Emanuele.
“Voglio restituire l’onore politico a chi ha dedicato la sua vita alla politica e per tanto tempo si è dovuto vergognare di fronte alla marea dell’antipolitica. A chi ha servito la politica e non se ne è servito- ha detto Casini- C’è bisogno di politica radicata sul territorio fatta di competenza, professionalità. Ai ragazzi dico sporcatevi le mani con la politica”.
Una sala gremita e trasversale, dagli ex dc agli attuali forzisti, da quelli che erano socialisti e oggi sono tra non poche “sofferenze” nel Pd, da chi era nel Pdl e oggi è a destra, dai nostalgici del centro ai convinti meloniani. In sala, ad ascoltare Casini e gli ex ministri Angelino Alfano e Marco Minniti, per l’incontro organizzato da un altro ex ministro, Giampiero D’Alia, c’era un mondo politico variegato, ex sottosegretari, ex presidenti della provincia, ex sindaci, consiglieri comunali, deputati regionali, o semplici “orfani” di una politica che si è spostata dalla vita reale ai social.
In sala da Nanni Ricevuto a Salvatore Leonardi, ma anche il sindaco Federico Basile e Cateno De Luca, da Beppe Picciolo ad amministratori, consiglieri comunali. E ancora il Rettore e presidente della Crui Salvatore Cuzzocrea (poco prima per più di due ore Casini ha incontrato un’aula affollata di studenti “affamati” di politica”) insieme al pro rettore Giovanni Moschella ed alla pro rettrice Giovanna Spatari, e il Rettore della Kore di Enna Franco Tomasello, la prefetta Cosima Di Stani. L’evento è stato organizzato dall’Associazione ‘Estremo Centro” in collaborazione con la Libreria Bonanzinga ed è stato moderato dal direttore editoriale di ‘Gazzetta del Sud’, Lino Morgante.
Pier Ferdinando Casini ha attraversato la Prima e la Seconda Repubblica, senza mai spostarsi dal centro anche quando il centro veniva preso a cannonate da destra e sinistra. Anche quando gli è costato divorzi politici e poltrone in meno. E’ la memoria storica degli ultimi quarant’anni anni di politica italiana ma il libro non è una biografia o un racconto personale, né un volume nostalgico. C’è semmai il richiamo a recuperare il senso vero della politica come servizio e lo spirito di tolleranza verso l’avversario politico, che non è un nemico da abbattere o mettere alla gogna social. C’è quel tratto di storia contemporanea che non si trova nei libri di studio, ci sono gli anni di Tangentopoli e quelli che li hanno preceduti, c’è il passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica e l’arrivo dell’antipolitica. Ci sono gli uomini e le donne che hanno “fatto” questa storia e che rappresentano le radici di quel che siamo oggi.
“C’era una volta la politica da un lato è una denuncia– ha detto il senatore, già presidente della Camera- perché è sottinteso oggi non c’è più, dall’altro è un’invocazione affinché torni quella politica basata sulla competenza, sul radicamento territoriale e sulla formazione. Oggi non ci sono più i partiti politici e non c’è più la formazione e questo è un fatto molto negativo. Lo spazio politico per una forza di centro c’è. Il problema è avere un disegno politico efficace per colmarlo. Oggi non ci sono più rendite di posizione, l’elettorato è mobile, i partiti sono partiti personali, nel giro di un paio di anni guadagno 20 punti in percentuale cosa che era assolutamente impossibile fino a 20 anni fa. Oggi ognuno è artefice del suo destino. Non c’è alternativa alla politica per cambiare le cose per cui ai tanti giovani scettici sulla politica dico: siatelo pure, però alla fine se volete cambiare le cose serve la politica. Non c’è uno strumento diverso, non c’è un’ intelligenza artificiale che possa sostituire la politica”.
Quando Casini veniva eletto per la prima volta in Parlamento, nella tarda primavera del 1983 Angelino Alfano stava facendo gli esami di terza media. Quarant’anni dopo Alfano, come lui stesso ha raccontato con un pizzico di ironia, l’ex ministro (della Giustizia prima, poi degli Interni e infine degli Esteri), ha ultimato il percorso scolastico e universitario, è stato in Parlamento, da delfino di Berlusconi ed in più governi (anche senza Berlusconi) e infine ne è uscito. Dal 2018 Alfano non fa più politica. E Casini non solo è ancora lì ma, ad esempio, nel gennaio 2022 quando le forze politiche hanno messo in scena spettacoli indecorosi per l’elezione del presidente della Repubblica, e il suo nome stava finendo nel tritacarne, ha fatto un gesto di stile e un passo indietro che ha poi aperto la strada al Mattarella bis.
“La Dc è finita ma non la cultura Dc- ha spiegato Alfano– Nel libro non c’è parola al veleno contro nessuno e se Casini ha giudizi negativi ha esercitato il potere di omissione e anche questo è esercizio di stile”.
Non c’è nostalgia nel dire “c’era una volta la politica”, è semmai un esercizio della memoria doveroso nell’era in cui la “smemoratezza” diventa ignoranza e spregiudicatezza del fare quello che si vuole. Conoscere la storia politica degli ultimi 40 anni può servire a capire il presente e magari a cambiare il futuro.
Da non democristiano, da comunista nella patria del centro destra (la Calabria) è stato un altro ex ministro degli Interni, Marco Minniti a sottolineare come “Oggi c’è un’egemonia dc senza la struttura organizzativa. La dc è un pozzo al quale chiunque può attingere. Ammettiamolo, l’ultimo dei democristiani è un termine eroico”.
Poco prima della presentazione del libro Casini ha incontrato gli studenti di Scienze Politiche nell’aula Buccisano del Dipartimento SCIPOG.
“Che questo volume venga presentato all’interno di un Dipartimento di Scienze Politiche è davvero significativo, poiché sarebbe un peccato non poterlo conoscere per coloro i quali rappresenteranno la classe politica futura del nostro Paese- ha detto il direttore del Dipartimento Mario Pio Calogero– Si tratta di memorie e di persone che hanno fatto la storia della nostra società. La politica di oggi, come quella di domani, per guidare i cittadini nel modo giusto ha bisogno di conoscere il proprio passato”.
“ Traspaiono cose molto interessanti, ad esempio, una sana dose di autoironia e la rivendicazione della validità delle forze antifasciste per la definizione della Costituzione, che ancora oggi deve rappresentare la bussola da non smarrire mai- ha detto il pro rettore Giovanni Moschella– Ci sono passaggi che possono essere molto importanti per gli studenti di Scienze politiche. C’era una volta la politica è il titolo del volume, ma fra le pagine sembra quasi che il Senatore avesse come idea quello di intitolarlo ‘C’erano una volta i partiti politici’. Nella ricostruzione c’è il riconoscimento del ruolo centrale che hanno avuto i partiti di massa nei primi 50 anni, come soggetti in grado di intessere un collegamento vivido coi cittadini. Una funzione che, oggi, devono cercare di recuperare appieno”.