Anche la prossima stagione di A1 vedrà scendere in acqua tre realtà siciliane. Dopo la vittoria ai rigori contro l’Anzio, la Nuoto Catania è riuscita ad ottenere in anticipo la salvezza. Un campionato sicuramente complicato per gli etnei che non si sono lasciati prendere dallo sconforto e con pazienza e grande agonismo sono riusciti nell’impresa. ilSicilia.it ha intervistato uno dei protagonisti di questi playout, il capitano rossazzurro Giorgio Torrisi.
Dopo la sconfitta in gara 1 ad Anzio e la vittoria in gara 2 in casa, siete riusciti ad ottenere la salvezza e la permanenza in A1 a gara 3
“E’ stata una partita al cardiopalma. Già quando avevamo preso l’Anzio nel sorteggio credevamo fosse una partita dove molto poteva dipendere da noi. E’ stata sicuramente una stagione al di sotto delle nostre qualità. Quindi su una sfida 2 su 3 pensavamo assolutamente di giocarcela. In gara 3 siamo scesi in acqua convinti di poterci salvare ad Anzio, nonostante il fattore campo fosse dalla loro. Come ha detto il nostro allenatore, il primo tassello l’abbiamo messo a gara 1. E’ vero che abbiamo perso ma abbiamo anche sbagliato tantissimo. Tutta la settimana ci siamo detti che per vincerla dovevamo sbagliare molto meno e ci siamo riusciti in parte. Anche lì abbiamo fatto qualche errore ma non abbiamo mollato. Nel momento in cui la partita sembrava ormai persa siamo rimasti lì continuando a nuotando tanto e l’abbiamo portata ai rigori. Poi, quelli sono un terno al lotto“.
Eravate sotto 9-5, poi negli ultimi 8 minuti siete riusciti a ribaltarla e al termine dei tempi regolari avete pareggiato 10-10. Cosa è successo nella quarta frazione?
“Già a gara 1 avevamo capito che una delle possibilità principali per portare a casa la salvezza era alzare il ritmo. Nei primi due tempi abbiamo fatto alcuni contropiedi ma siamo stati poco precisi in attacco. Ci siamo detti di continuare a nuotare tanto e di portarla sul piano fisico e atletico: alla lunga, alzando il ritmo, i risultati sarebbero arrivati e sarebbero caduti. Onestamente speravamo di pareggiarla un po’ prima e non o pochi secondi dalla fine, però ci abbiamo creduto fin dall’inizio, anche quando eravamo sotto di 4. Le loro dichiarazioni ci hanno unito ancora di più. Secondo me ci hanno sottovalutato. Prima di gara 3 il loro presidente aveva detto che avrebbero sicuramente chiuso i giochi velocemente. Credevano di essere più forti. E’ quello che penso. Le partite si vincono in vasca non con le dichiarazioni prepartita“.
L’ultimo rigore, quello decisivo, è spettato a te. Che emozione è stata?
“È stata un’emozione doppia perché un bel po’ di anni fa ho sbagliato il quinto rigore per la promozione in A1, a Verona. C’erano un po’ quegli spettri. Dato mi ha chiesto se me la sentivo di battere per quinto e ho detto di si. Non vedevo l’ora di riscattare quel quinto rigore della gara playoff. Eravamo in A2, ci giocavamo la A1 e purtroppo lo sbagliai. Per fortuna questo è andato meglio“.
Come hai detto tu, è stata una stagione al di sotto delle aspettative. Cosa è mancato?
“Abbiamo steccato molte partite che potevamo vincere tranquillamente, sia in casa sia fuori casa, o almeno giocarle meglio. Invece abbiamo fatto delle buone partite e delle ottime prestazioni con formazioni molto più attrezzate di noi. Poi al quarto tempo, po’ per sfortuna o meriti loro, riuscivano a portarla a casa. Ci davano comunque la consapevolezza che non eravamo la squadra che aveva perso in casa contro la Roma o il Bogliasco, o a Bogliasco stesso. Sapevamo che molto dipendeva dalle nostre qualità e dalle nostre prestazioni. Il fattore campo incide molto nel nostro sport. Abbiamo parlato spesso con il nostro allenatore e non potevamo scendere in A2 per questo. Ci siamo detti che ce la saremo giocata in tutti i campi: quello di Anzio, di Salerno o di Bologna ma in qualche modo ci saremo salvati“.
Quanto è stato importante il lavoro svolto dal vostro allenatore in una stagione così difficile?
“Dato per molti ragazzi è stato l’unico allenatore e ormai ci conosce veramente bene. Noi lo conosciamo e abbiamo grande fiducia in lui. Quando abbiamo perso gara 1, a fine partita, ci ha voluti incontrare sotto le docce e ci ha detto “ragazzi, oggi abbiamo messo il primo tassello per salvarci”. Quella partita l’avevamo giocata bene e l’avevamo persa noi perché avevamo sbagliato tanto sotto porta. Fossimo stati più precisi l’avremmo portata a casa. Ha dato fiducia e serenità a tutto il gruppo“.
Fra qualche giorno TeLiMar e Ortigia si giocheranno il terzo posto. Per chi farai il tifo?
“Fare il tifo per un catanese è complicato. Mi è difficile e non tiferò per nessuna delle due. Ho tantissimi amici da una e dall’altra parte. Con l’Ortigia ci alleniamo spesso ma anche sono molto amico del capitano del TeLiMar, Ciccio Lo Cascio, e di tanti altri ragazzi. Sarà sicuramente una bellissima partita ma vedo leggermente favorita l’Ortigia. Entrambe sono ormai una bellissima realtà del panorama italiano e mi auguro possano continuare così. Speriamo, in futuro, di poterci avvicinare anche noi un po’ al loro livello. Un po’ di gap c’è ancora. Però quest’anno entrambe hanno sofferto qui a Catania. Il TeLiMar l’ha vinta a pochi secondi dalla fine e con l’Ortigia fino al quarto tempo eravamo ancora lì“.