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I dati del 2021

Gioco d’azzardo, la Sicilia manda in fumo 10,6 miliardi l’anno

giovedì 25 Maggio 2023

Una nuvola di fumo. È così che ogni anno la Sicilia spreca 10,6 miliardi di euro in gioco d’azzardo. Sono i dati che emergono dalla somma del gioco online e delle puntate fisiche per il 2021. Per l’esattezza, sono 10.608.112.286,72 euro.

I numeri ufficiali del 2022, invece, verranno presentati a Palermo il 16 giugno e potrebbero rivelare qualche sorpresa. Rispetto all’anno precedente, infatti, potrebbe esserci una leggera flessione per quanto riguarda il gioco telematico. Mentre nel 2021 erano stati 7 miliardi e 637 milioni di euro i soldi spesi dai siciliani, l’anno scorso potrebbero essersi volatilizzati 7, 2 miliardi di euro. Ma si tratta ancora di supposizioni.

A voler analizzare le cifre regionali, emerge il picco di oltre un miliardo fatto registrare in tre mesi: agosto, ottobre e dicembre, mentre la media del resto dell’anno si attesa attorno a poco più di 800 milioni di euro.

Sono, invece, sette i miliardi di euro che ha a disposizione la Sicilia per la prevenzione e la cura della ludopatia. Soldi che derivano da due fondi di egual peso: quello indistinto della Sanità e quello che deriva dalla legge 189 del 2012, la cosiddetta legge Balduzzi, che tra le altre cose prevede un budget specifico. In totale, in Italia, ogni anno si spendono ben 45 miliardi di euro per curare questa particolare dipendenza.

Intanto, la Sicilia è la terza regione d’Italia per gioco online, dietro solo a Campania e Lombardia, secondo la relazione finale sul controllo criminale sulle attività connesse al gioco della commissione parlamentare nazionale antimafia. E si trova al sesto posto per soldi spesi pro capite per le puntate fisiche, con una media che si aggira attorno agli 825,52 euro, come evidenziato dall’ultima rilevazione dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ma ci sono picchi di oltre 1.400 euro nelle province di Ragusa e Siracusa, che insidiano il triste primato di Catania e Messina.

Il Covid ha solo cambiato le modalità di gioco: se prima la gente preferiva la puntata fisica, circa il 67 per cento dei siciliani giocatori nel 2019, dopo la pandemia la percentuale è scesa al 40 per cento, mentre il gioco online è aumentato del 36 per cento rispetto al 2020.

Il dato più allarmante, però, è che sempre più adolescenti dai 14 ai 19 anni si avvicinano al gioco d’azzardo, sebbene sia vietato ai minori: le nuove generazioni, native digitali, sono infatti quelle più a rischio ludopatia: “Non è un caso – spiega Guido Faillace, direttore coordinamento Serd Asp Trapanise anni fa il resto in tabaccheria veniva scambiato con qualche caramella, mentre oggi con un gratta e vinci”. 

Faillace punta l’attenzione sul fatto che “se i siciliani si giocano 7,2 miliardi di euro l’anno, la spesa della Regione Siciliana per la Sanità è di 7,5 miliardi di euro. Questo dato fa riflettere, così come l’ombra sempre più imponente della criminalità sul controllo del gioco d’azzardo. È un settore che fa gola – dice – perché gioca, è il caso di dirlo, sulla fascinazione del sogno di una vincita per cambiare radicalmente il proprio stile di vita, senza apparentemente fare sacrifici”.

La criminalità approfitta della sensibilità di molta gente a questo tema, quasi fosse una “tassa sull’immaginazione”, un tributo volontario, anche se non molto consapevole. Spesso, infatti, in situazioni in cui le persone più fragili dovrebbero essere protette c’è chi le spinge a giocare, giusto per provare l’ebbrezza. E la cosa grave è che è tutto legalizzato. Alle poste, come sui voli con alcune compagnie.

I dati disponibili, ovviamente, non possono tener conto del sommerso. Secondo l’organizzazione Transcrime, nel 2011 gli introiti del riciclaggio in Italia sono stati tra i 326 e i 533 milioni di euro, il 20 per cento dei quali concentrato in Sicilia. Ma, anche in questo caso, si tratta solo di stime che possono discostarsi di molto dalla realtà.

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