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«Da parte mia non c’è alcuna ostilità di utilizzare l’Iva all’importazione. La prossima settimana chiederò al presidente della Commissione Paritetica di convocare una seduta apposita per richiamare il tema e rendere partecipe i componenti di questo nostro incontro. Martedì prossimo alle 20:00, nel corso della Giunta di Governo, adotteremo la proposta di delibera di perimetrazione redatta dall’assessore Turano». Lo ha annunciato il presidente della Regione, Nello Musumeci, nel corso dell’incontro con il coordinamento regionale per l’istituzione delle zone franche Montane in Sicilia e la deputazione nazionale di Camera e Senato, eletta nell’Isola.
L’inedito briefing si è tenuto sabato scorso presso il San Tommaso Congress Hall, di Linguaglossa, una maestosa struttura congressuale di proprietà della Fondazione G.B. Morgagni, presieduta dal professore Salvatore Castorina, filantropo di origini linguaglossese.
All’invito del gruppo esecutivo del comitato regionale (associazione zfm Sicilia e sindaci dei Comuni interessati alla norma) hanno prontamente risposto i senatori Urania Papatheu, Fabrizio Trentacoste e Francesco Giacobbe, eletto nella Circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide.
Diversi hanno fatto sapere della loro assenza per “impegni istituzionali assunti in precedenza”.
L’onorevole Angela Foti, vice presidente dell’ARS è intervenuta in rappresentanza del Parlamento siciliano.
Unisono, anche da parte degli assenti “giustificati”, l’appoggio incondizionato alla norma di politica economica, in discussione nei due rami del Parlamento.
Da Pescara, con un video messaggio, è intervenuto il presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, Luciano D’Alfonso.
«Il dossier zone franche montane in Sicilia – ha dichiarato – è una priorità della mia agenda personale e della persona giuridica della Commissione che rappresento. Sono soddisfatto dell’atteggiamento collaborativo che ha garantito il MEF, sia nella dimensione politica che nella dimensione tecnica della Ragioneria».
«Stiamo andando in un’unica direzione – ha concluso il presidente – al di là delle distinzioni di parte, non ho sentito una sola parola di disistima rispetto al lavoro che abbiamo seminato e fertilizzato; non ci può essere alcunché che ritardi il lavoro della Commissione e dell’Aula».
«Abbiamo investito il presidente Musumeci di una grande responsabilità, – chiosano dal Comitato regionale – ovvero, di rappresentare nei tavoli romani e in prima persona il diritto di residenza nelle Terre alte di Sicilia».
«La nostra è una battaglia di civiltà – è stato ribadito dai rappresentanti dei sindaci e dell’associazione – che è integralmente compatibile con le vigenti disposizioni legislative e regolamentari nazionali e comunitarie».
«Ribadiamo con forza che non siamo interessati ad aiuti in regime di “de minimis”, – continuano – le disposizioni istitutive le ZFM in Sicilia, che rivendichiamo da fin troppo tempo, sono un percorso legislativo corretto e ci fa piacere avere anche il presidente Musumeci fisicamente al nostro fianco. Il suo appoggio e l’indirizzo politico dato dall’Assemblea Regionale Siciliana, oltre alla nostra determinazione, sono gli ingredienti per dare una svolta ai rapporti con lo Stato, in materia finanziaria e a riguardo le zfm, e, soprattutto, per permettere ai nostri operatori economici e alle loro famiglie, di guardare al futuro con fiducia».
Dalla Sicilia a Roma e ancora in Sicilia, nelle Terre alte. Circa mezzo milione di persone attendono che la Commissione Finanze e Tesoro del Senato esiti il testo, licenziandolo con un unico emendamento all’articolo 6 della Legge voto, approvata unanimemente dal Parlamento siciliano: “Il finanziamento delle zone franche montane siciliane, successivamente alla fase di avvio (che è stata saggiamente individuata dalla politica e dalla burocrazia, ndr), avverrà con le risorse finanziarie della Regione Siciliana rivenienti dagli articoli 36 e 37 dello Statuto”.
Il 5 marzo scorso i rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari del Senato hanno depositato in Commissione Finanze e Tesoro, raccogliendo l’istanza del comitato regionale, proprio questo aggiunta migliorativa che aprirebbe la strada all’utilizzo del cespite tributario dell’Iva all’importazione, risorse mai destinate alla Sicilia e di cui se ne rivendica la titolarità.
«Siamo consapevoli che la questione dei rapporti tra lo Stato e la Regione Siciliana, nella sua complessità, non è di facile risoluzione – concludono i vertici del comitato regionale – in ballo c’è il futuro di migliaia di operatori economici. Tuttavia, dal punto di vista tecnico, nel rispetto della legittimità del percorso e in forza della trasversale volontà politica riscontrata, abbiamo chiesto al presidente Musumeci di dare intanto priorità all’accordo sull’Iva all’importazione. Il tempo è adesso, non possiamo più aspettare».