Un’intesa tra l’ARNAS Civico di Palermo e la Procura della Repubblica di Palermo per fare rete contro gli abusi su minori e la redazione del primo PDTA (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale).
Sono circa il 50% dei figli assiste ad atti di violenza in famiglia, mentre il 10% la subisce.
Sono tante le tipologie di abuso sui minori. Dal maltrattamento fisico e psicologico in famiglia e tra coetanei, alla violenza sessuale, compresa la pedopornografia, il sexting, il sextortion e il grooming. Ma anche patologie delle cure con abuso di farmaci da parte dei genitori o medical shopping, mal nutrizione e somministrazione di sostanze stupefacenti.
Ecco perché è necessario intervenire proattivamente per rinforzare il tessuto sociale, persone e famiglie e curare e formare il personale sanitario è quindi sempre più urgente, così come investire in un capitale sociale sempre più solidale e includente.
Il PDTA
“Oggi si fa un primo passo. Con i rappresentati del Tribunale dei minori perché con loro dobbiamo creare delle regole per contrastare il fenomeno”, afferma l’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo. “Coinvolti tutti componenti della sanità pubblica e, in particolare, i pediatri di libera scelta poiché primi a poter riconoscere certe condizioni patologiche –prosegue -. Ma anche le scuole. Le componenti di un percorso che vuole eliminare questo terribile fenomeno sono tante“.
“Il PDTA sull’accesso al Pronto Soccorso dei minori oggetto di abuso, è il primo in Italia ed è stato redatto Salvatore Requirez. Il documento potrebbe essere la chiave per creare una rete efficace e concreta”. A dichiararlo Gaetano Buccheri, Direttore Sanitario ARNAS Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo, il quale aggiunge che “Il nostro dovere è lavorare sul sommerso, su quanto accade tra le mura domestiche e, spesso, non emerge mai.”
“Oggi non si presenta solo un PDTA, ma è un qualcosa di più complesso ed è aperto a più enti ed istituzioni“, evidenzia Salvatore Requirez, Dirigente Generale Dasoe (Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico).
“La collaborazione va orientata alla emersione di quel sommerso che poi in ambiente ospedaliero viene a galla. Bisogna quindi orientare le tecniche diagnostiche, la sapienza professionale degli operatori sanitari, con le capacità psicologiche, con i modelli organizzativi che fanno riferimento ad altri enti istituzionali – conclude -. I fatti accertati sotto un profilo diagnostico coinvolgono responsabilità di interesse civile e penale e, per le vittime, anche sociali”.
“Le red flags di identificazione di abuso all’infanzia sono, purtroppo, un fenomeno frequente al Pronto Soccorso Pediatrico in cui presto servizio ed è ormai prassi per noi ricorrere al team multidisciplinare”. Ad evidenziarlo Domenico Cipolla, Presidente SIP (Società Italiana di Pediatria) Sicilia e Direttore U.O.C. M.C.A.U. Pronto Soccorso e Pediatria d’Urgenza P.O. Pediatrico “G. Di Cristina” di Palermo.