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L'ultimo rapporto Crea

Sanità siciliana bocciata, performance al di sotto del 32% CLICCA QUI PER IL REPORT

giovedì 22 Giugno 2023
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Pronta l’XI edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del CREA Sanità, Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità. Oltre 100 esperti raggruppati in un Panel multistakeholder diviso in cinque grandi gruppi: istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie, utenti, industria medicale, che hanno anche ideato un sistema di monitoraggio dinamico degli effetti dell’autonomia differenziata, che da oggi è oggetto di valutazione da parte del CREA e dei suoi esperti. Oltre ai rappresentanti del Panel, il CREA si avvale di docenti universitari nei campi dell’economia, del diritto, dell’epidemiologia, dell’ingegneria biomedica, della statistica medica.

In particolare, il Panel ritiene presta particolare attenzione alle seguenti aree:

  •  Assistenza ospedaliera ed extra-ospedaliera;
  • Equità di accesso alle cure;
  • Livello di integrazione socio-sanitaria;
  • Sistemi di prevenzione (adozione stili di vita corretti, screening etc.);
  • Digitalizzazione dei servizi assistenziali;
  • Accesso alle tecnologie innovative;
  • Assistenza domiciliare;
  • Efficientamento dei processi gestionali.

La pagella

Regioni promosse: Piemonte, Lombardia, Emila Romagna, Toscana e Marche,  con lode Veneto, Trento e Bolzano;

Sette rimandate: Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo;

Sei bocciate: Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria.

L’Isola

Sopra la media nazionale l’ospedalizzazione per le patologie croniche e quelli degli anziani trattati in assistenza domiciliare integrata. Inaspettatamente anche la spesa sanitaria pubblica pro capite standardizzata.

Bassissimi, invece, i valori di screening mammografico, colon rettale e cervicale.

Dal rapporto si evince, inoltre, che sempre più siciliani rinunciano alle cure per problemi economici, lunghe distanze e liste d’attesa infinite e che molti over 65 hanno una speranza di vita al di sotto della media nazionale. Molti, difatti,  non adottano stili di vita corretti.

Bassi anche i dati riguardanti gli aspetti sociali. Pochi i disabili che godono di assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari, come pochi i soggetti fragili che usufruiscono di intervento di integrazione e gli over 75 non autosufficienti in trattamento sociosanitario residenziale.

Bocciati anche nell’accesso alle tecnologie innovative. Poche strutture che effettuano interventi con tecniche mininvasive e l’Isola è ancora indietro nella costruzione di una rete oncologica adeguata.

Indice di Performance

 

Categoria Utenti: tra 33% ed il 29%;

Categoria Professioni Sanitarie: indice inferiore al 35%;

Categoria Professioni Sanitarie: Sicilia al penultimo posto;

Categoria Industria Medicale:  tra il 39% e il 34%.

Autonomia differenziata

Dal Crea arriva anche una proposta su come verificare che con l’autonomia differenziata non si generino arretramenti regionali (almeno rispetto ai LEA, ma anche rispetto alla Performance complessiva), ovvero che tutte le Regioni procedano in un processo di miglioramento, evitando peggioramenti attribuibili al rischio che l’autonomia diventi più competitiva che cooperativa.

Come più volte evidenziato: “C’è una profonda diseguaglianza tra Nord e Sud. Proprio per questo motivo noi siamo profondamente contrari all’Autonomia differenziata in Sanità”.

A dichiararlo  Toti Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo e consigliere nazionale della Fnomceo, poiché vi è troppa differenza tra strutture, economie e scolarizzazione e tanti altri fattori.

“Se non vengono appianate e non si parte in una situazione di parità con l’Autonomia differenziata – prosegue -, siamo certi che aumenteranno i problemi. Bisogna permettere a tutti i cittadini di potersi servire di un servizio sanitario nazionale in modo equo”.

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