Carissimi
L’umanità è fantastica, c’è chi è convinto che una cosa la si faccia da sola, permettendosi di continuare a fare l’attendista, del resto, se hai un problema umano, vuoi che non si risolva?
Il segreto e fare in modo che il nostro tempo, con il tempo degli accadimenti e della natura, coincidano.
Immaginatevi che grande delusione si possa provare morendo e lasciando la maggior parte dei progetti che avevamo messo in itinere, ancora a fare.
Per un ingegnere è un paradosso, mentre in politica non è così.
Il politico ha un grande culo e grazie a questo ha un continuo rapporto di avvicinamento con la realtà che è del tutto unico e ve lo dice uno che è consapevole di non aver capito mai nulla di questa “scienza” che si chiama politica.
Normalmente, nella vita reale, un incarico viene dato ad un professionista che è in grado di portarlo a termine positivamente (sono rari i casi in cui nelle strutture complesse c’è chi ti crei il problema per poi presentarsi come soluzione), ma in politica da quello che ho avuto modo di leggere, un soggetto crea il problema non curandosi minimamente della circostanza che probabilmente dovrà essere lui a risolverlo, poiché è certo che sarà a doverlo risolvere, chi verrà dopo, capite la genialata? Non aver la necessità né tanto meno l’obbligo di affrontare un problema, ma avere la capacità di far passare tempo affinché a porre rimedio all’operato di chi c’era stato prima, sia colui che verrà dopo.
E per far ciò vengono in aiuto strumenti geniali quali il fine mandato o quello più straordinario e meritevole di un “Nobel” che si chiama rimpasto. In questi momenti mi sento un dilettante ……
Se poi a tutto quanto sopra, aggiungete che c’è chi arriva e spesso si trova impiattato il risultato del lavoro di chi l’ha preceduto e deve soltanto limitarsi a coglierne i frutti, ditemi se può esistere a questo mondo un lavoro migliore di questo.
A condimento di quanto detto basterà andare in un talk show e giustificarsi: “ah, noi abbiamo trovato questo disastro che del resto le cui cause andavano indietro nel tempo, non penserete che dovremmo essere noi a risolvere questo storico problema?”
Che cosa è il genio, come dico sempre, è come coloro che non appena viene portato un dolce a tavola gli si gettano di sopra per mangiarsi tutte le guarnizioni lasciando agli sventurati che vengono dopo il compito di consumare il resto.
Sarebbe bello se nella vita tutti potessimo giocare di vincita, sarebbe bello se si potesse sempre, come diceva un rupestre geometra che mi collaborava, “fottere con i genitali altrui”.
Qualcuno se le deve prendere le responsabilità ed è per questo che ci si è inventati il cretino, e per dargli un certo tono e farlo sentire importante lo si è battezzato quale cretino specializzato.
Ora amici miei così facendo non vedremo mai il fondo del barile, basta far passare il tempo e vedrete che qualcuno il problema ce lo risolverà.
Così come non diventeremo mai migliori se continueremo a conservare in noi soltanto il ricordo dagli eroi, avendoli sempre sulla bocca, se parallelamente non ne mettiamo in atto l’esempio e i comportamenti.
A me sembra che non appena si abbassi un po’ la soglia dell’attenzione, si torna a essere nefandi ripetendo quanto di più schifoso è stato alla base nella storia degli anni più bui.
Ma quando mai le buone riforme le hanno fatte coloro che si sono arricchiti con le pessime riforme o, peggio, ne hanno ricavato potere?
E dire che tra le tante aspettative ingenerate, il Parlamento è stato aperto come una scatoletta di tonno ma non si era messo nel conto che c’è a chi il tonno piace e una volta aperta la scatoletta, chi ffa u ittamu?
“È peccato! Le cose da mangiare non si buttano e quindi visto che per il momento sono io ad aver aperto la scatoletta, ma la mangio, tanto poi chi viene dopo conterà i passi.”
Un abbraccio, Epruno.