E’ stato l’appuntamento fisso del mercoledì in edicola, con l’acquisto di Topolino a far nascere in lui il sogno di diventare fumettista. Anzi, ad essere precisi, da bambino Lelio Bonaccorso sognava di diventare fumettista o esploratore come Indiana Jones. Ed oggi, che di anni sta per farne 41 quel bambino è fumettista, illustratore, autore di libri e di poesie, specializzato in graphic journalism, coautore di cortometraggi animati, e collabora con realtà editoriali mondiali come Marvel, Disney, Feltrinelli, Mondadori, Panini Comics. I suoi lavori sono stati pubblicati dall’America Latina alla Polonia, dalla Grecia al Canada. Incontra gli studenti delle scuole di tutta Italia e come graphic journalist è stato a bordo dell’Aquarius Ong ed in Sinai. Eppure per Lelio Bonaccorso il “centro di gravità permanente”, il luogo dove vive e lavora è Messina. Una scelta precisa ed un messaggio a quanti pensano che nella città dello Stretto i talenti non possano essere coltivati e sbocciare e che il professionismo di qualità si possa fare solo altrove, Milano, Roma, Londra.
“Ho studiato all’Istituto d’arte, al Dante Alighieri, all’epoca per i fumetti a Messina non c’era niente. Poi, insieme a mio cugino, Antonello Piccione, abbiamo realizzato i primi lavori, lui scriveva la sceneggiatura ed io disegnavo. Ovviamente era un inizio dilettantistico, ma siamo andati in giro per l’Italia, al Lucca Comics. Abbiamo conosciuto i componenti della scuola di fumetti di Palermo che è nota a livello internazionale. Quando mi chiedono: che lavoro fai? Rispondo il fumettista e dico che lavoro per Marvel o Disney, e loro pensano che io viva a Milano, Roma, negli Stati Uniti. Stentano a credere che vivo a Messina. Abbiamo questo complesso d’inferiorità quasi nel Dna, come se noi non potessimo fare cose di livello restando qui. Invece non è affatto così ed a Messina si è creato un circuito di giovani autori che lavora ad altissimi livelli con clienti dalla Francia all’America. La mia esperienza e quella dei miei colleghi è la prova che non è affatto vero che siamo scarsi e che si può benissimo lavorare qui, prendendo ispirazione e storie da qui, pur avendo clienti in tutto il mondo. E poi spendere i soldi qui, formare nuovi talenti qui”.
Molto importante per Bonaccorso la collaborazione con il giornalista e autore Marco Rizzo con il quale hanno scritto una serie di libri il primo dei quali nel 2009 su Peppino Impastato e che è stato un successo in tanti Paesi. Raccontare la mafia con un linguaggio diverso, unendo testo e fumetto è stato anche un modo per raggiungere i più giovani. Non a caso per i più piccoli è stato scritto La mafia spiegata ai bambini.
“Il fumetto ti può permettere di parlare di qualsiasi cosa, temi più leggeri o argomenti più complessi. Abbiamo parlato di mafia, immigrazione, inchieste giornalistiche”.
L’ispirazione per Bonaccorso viene dal conoscere quello che c’è intorno e poi deve esserci l’emozione: “ Se non una storia non emoziona me per per primo non potrà arrivare a nessuno”.
Nel 2017 è stato a bordo della nave Aquarius per raccontare le storie di chi scappa da guerre, fame, violenze, per raggiungere le nostre rive.
“Ho visto il peggio e il meglio dell’umanità. Stupri, violenze, ma anche i gesti di chi lascia tutto e si mette al servizio del prossimo. Siamo stati minacciati dalla marina libica che non voleva che aiutassimo un gommone con un centinaio di persone in mare. Ci puntarono i cannoni contro. Sono partito perché volevo vedere con i miei occhi cosa accadeva. Sono tornato arrabbiato, perché la verità non emerge, la gente non sa davvero cosa accade, c’è troppa propaganda”.
Legatissimo alla sua terra Bonaccorso la racconta attraverso i libri, come Vento di libertà (suoi anche i testi oltre i disegni) e Caravaggio e la ragazza (testi di Nadia Terranova).
“A Messina abbiamo tutta una serie di storie che possono essere un potenziale vettore economico, pensiamo quello che ha fatto Camilleri con Montalbano o Stefania Aucina con i Leoni di Sicilia. Noi abbiamo Dina e Clarenza ad esempio. Ma perché a scuola si studiano le 5 giornate di Milano e non i Camiciotti? Perché tutti conoscono la Rivoluzione francese e quella americana e invece viene ignorata la prima rivoluzione, il vespro siciliano?”.
Insieme ad un gruppo di fumettisti e illustratori ha creato l’Officina del sole
“E’ nato come studio ma è diventato spazio fisico dove gli artisti e non solo si possono incontrare e condividere esperienze, percorsi professionali, momenti di cultura. E’ in una via storica, la via Giacomo Venezian dove un tempo c’era il Senato messinese, la zecca e oggi ci sono botteghe vuote, chiuse. Vorremmo trasformarla in via degli artisti, aperta alle arti, ai mestieri, agli artigiani. E’ a un passo da piazza Duomo ed è un luogo altamente simbolico”