Se tra poche ore finisse il mondo, riuscireste a salvarvi? Per un siciliano su cinque le cose potrebbero mettersi male fin dall’inizio.
Tra le 11,30 e le 12,30 di questa mattina, tutti i siciliani avrebbero dovuto ricevere sul proprio smartphone un messaggio di allarme da parte della Protezione civile. Una suoneria da film apocalittico, per chi non mette il cellulare in modalità silenziosa, avrebbe dovuto notificare un messaggio a pieno schermo, in italiano e in inglese: “Questo è un MESSAGGIO DI TEST del sistema di allarme pubblico italiano. Una volta operativo ti avviserà in caso di grave emergenza. Per informazioni vai sul sito www.it-alert.it e compila il questionario”.
Avrebbe dovuto. Ecco, è questo il punto. Perché un siciliano su cinque – e secondo la diretta testimonianza dei componenti della redazione de ilSicilia.it uno su tre – non ha ricevuto alcun messaggio. Nessuna chiamata, niente di niente. E ad una prima ricognizione, su cellulari di ultima generazione già aggiornati, la cosa sembra non dipendere dal gestore telefonico, né dal marchio del cellulare, dal nucleo familiare o dal sistema operativo iOs o Android e neanche dal luogo in cui ci si trovava al momento della diffusione dell’alert.
“Il test è andato secondo le nostre aspettative – spiega Salvo Cocina, dirigente regionale della Protezione civile Siciliana – se non, in alcuni casi, meglio. Abbiamo seguito la procedura in videoconferenza, tenendo sotto controllo una quarantina di siti sensibili come ospedali, stazioni, centri commerciali, musei e i siciliani hanno reagito bene. Nessuna scena di panico registrata, mentre, come le altre due regioni che hanno fatto il test in questi giorni, stiamo elaborando i dati che riguardano le persone che non hanno ricevuto il messaggio e che, secondo una prima stima, dovrebbero costituire circa il 15-20 per cento della popolazione. C’è chi ha ricevuto la notifica anche con un’ora di ritardo. Abbiamo notato che in alcune zone ci sono stati alcuni problemi con gestori come Iliad e Vodafone. Intanto, il numero unico per le emergenze, il 112, ha ricevuto appena 60 telefonate, mentre in Toscana ad esempio sono state oltre il triplo”.
Il senso del test di oggi è proprio quello di mettere alla prova il sistema. Quindi, nell’ottica di farsi trovare pronti durante una vera emergenza, ognuno di noi è chiamato a compilare il questionario (disponibile QUI).
Anche in questo caso, però, la Protezione civile poteva fare meglio il suo lavoro: il modulo appare semplice, è vero. Ma anche chi non ha ricevuto il messaggio di allerta si trova a dover leggere tutte le domande destinate a chi, invece, è stato più “fortunato” prima di arrivare alle ultime, relative ai big data come età, sesso e regione di appartenenza e, quindi, poter inviare il proprio riscontro.
Intanto, dopo i test che proseguiranno anche in altre regioni d’Italia nelle prossime settimane, It-Alert dovrebbe diventare ufficialmente attivo a partire dal 2024 e si dovrebbe attivare in caso di:
- maremoto (generato da un terremoto);
- collasso di una grande diga;
- attività vulcanica (per Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli);
- incidenti nucleari o emergenze radiologiche;
- incidenti rilevanti in stabilimenti industriali.