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le dichiarazioni

Sirene e campane ma anche tweet e mail: la Sicilia e la minaccia maremoto

mercoledì 8 Febbraio 2023
tsunami
Immagine di repertorio
Non è la prima volta che in Sicilia si dirama un’allerta maremoto: con l’ultima del 6 febbraio si è raggiunta quota 16. Erano le 3.30 del mattino quando la Protezione Civile ha diramato l’allerta tsunami sulla costa orientale della Sicilia a seguito del terremoto che,  alle 2.17 (ora italiana) si era abbattuto, sulla Turchia e sulla Siria.
Un’emergenza rientrata nel giro di qualche ora ma che non può far abbassare la guardia. Nel 2017, è stato istituito il “Siam – Sistema di allertamento nazionale per i maremoti generati da sisma, di cui fanno parte tre istituzioni: l’Ingv – Istituto di geofisica e vulcanologia che opera attraverso il Cat – Centro allerta tsunami, l’Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e la Protezione civile”.
Se è vero che nel caso di un terremoto come quello turco siriano, improvviso, notturno e dalla magnitudo devastante, parlare di prevenzione è sicuramente molto complesso, discorso diverso appare quello relativo alla prevenzione da un possibile allerta tsunami. Sì perché, da quanto si legge sul sito della Presidenza della Regione Siciliana- Dipartimento della Protezione Civile, dal momento del terremoto (ore 2.17), al momento dell’allerta maremoto sulle coste italiane (3.30), alla poi revoca dell’allerta (intorno alle 7), la popolazione siciliana avrebbe avuto il tempo di mettersi ragionevolmente al sicuro.
Sulle pagine della Presidenza della Regione Siciliana Dipartimento della Protezione Civile si legge alle ore 6.00: “Allarme maremoto. Il DG Cocina in costante contatto con il DPC-Roma ha avuto notizia che l’altezza di onda misurata in Turchia è molto più piccola del previsto e pari a circa 15 cm. Tuttavia i mareografi misurano successive onde, probabilmente causate da ulteriori scosse. Pertanto l’allarme pur ridimensionato permane ! Il Dipartimento regionale della PC tramite sala operativa e i dirigenti provinciali ha attivato il sistema regionale ed è in contatto con le prefetture dell’isola e con i Sindaci dei Comuni costieri. L’onda arriverà prima sulla costa ionica da Eolie, Messina a Portopalo intorno alle 6.35 e poi raggiungerà tutte le coste dell’isola. Ai sindaci è stato raccomandato l’avviso alla popolazione posta nei litorali bassi e nelle zone portuali e la preparazione per eventuale allontanamento. Il DG ha Avvisato il presidente Schifani che segue l’evolversi della situazione.

ATTENZIONE ⚠️ A seguito di un evento sismico fra Siria e Turchia INGV ha emesso un’allerta tsunami. L´onda di impatto dovrebbe arrivare sulla costa siciliana alle 6.30 e su Siracusa, alle 6.39 a Catania, alle 6.40  a Messina e poi sul Tirreno e Canale di Sicilia.

⚠️ La Protezione Civile invita i cittadini  ad ALLONTANARSI DAL LITORALE BASSO, da ZONE PORTUALI, e di avvisare la popolazione e porre la massima attenzione!”.

Ma cosa si fa in questi casi? Quali sono le procedure previste?

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale attiva il piano di emergenza  (questo è quello riportato nel piano operativo della Protezione Civile del comune di Catania) dando l’allarme ai sindaci, che diventano così l’autorità di protezione civile a livello comunale e avvalendosi delle proprie strutture comunali, fissano le linee operative ed individuano nelle funzioni di supporto lo strumento per il coordinamento degli interventi da attivarsi nel Centro Operativo Comunale (COC).

Nel caso in cui venga reso operativo il sistema di allertamento nazionale, il Sindaco, acquisita dalle fonti di informazione ufficiali la notizia di un possibile maremoto, allertando immediatamente la popolazione residente nelle aree a rischio.

Il Sindaco ricevuta la segnalazione di allarme provvede a:

  • suonare l’allarme
  • assicurare la presenza dei soggetti attuatori
  • attivare l’istituzione dei cancelli ed il loro presidio da parte della Polizia Municipale e delle Forze dell’Ordine previste
  • ordinare il divieto di accesso alle zone esposte al rischio
  • provvedere all’allontanamento in zona sicura delle persone e dei mezzi in transito nell’area a rischio
  • curare l’assistenza alla popolazione

Quali strumenti verranno utilizzati?

Il sindaco provvede a diramare l’avviso di evacuazione attraverso altoparlanti e/o megafoni e/o sirene e/o campane a cura del Comando di Polizia Municipale, Forze dell’Ordine,
Volontari.

Allerta maremoto 6 febbraio:

La popolazione siciliana in questo caso si è stata svegliata con un tweet del Dipartimento Protezione Civile alle 3.23 con scritto: “Allerta possibile maremoto sulle coste italiane in seguito all’evento sismico in Turchia. Si raccomanda di allontanarsi dalla costa e di seguire le indicazioni delle autorità locali”.

Salvo Cocina

Salvo Cocina, dirigente generale della Protezione Civile Sicilia,  afferma: “La popolazione viene informata dai sindaci secondo la normativa attuale e poi saranno loro ad avvisare la popolazione o con un tweet o con qualsiasi altro mezzo ritenga opportuno”.

Il dirigente Cocina sottolinea che tutto il sistema si era già mosso perfettamente ma che c’era qualcosa che si sarebbe potuto perfezionare: “Se il comune non prepara prima le modalità da attuare, è difficile che poi riesca a raggiungere la popolazione in tempi rapidi. Deve raggiungere però tutta quella popolazione che è a rischio, quella delle aree inondabili che sono sia nel piano di protezione civile sia su Ispra”.

Una soluzione potrebbe essere quella di inviare i vigili urbani direttamente nelle zone ad alto rischio, per allertare fisicamente la popolazione. Tutto dipende comunque da realtà a realtà”, conclude Cocina.

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