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La sentenza

Confermato ergastolo per Messina Denaro: sentenza emessa da Corte di Assise

mercoledì 19 Luglio 2023
Matteo Messina Denaro

La corte d’assise d’appello di Caltanissetta ha confermato la condanna all’ergastolo del boss Matteo Messina Denaro, accusato di essere stato uno dei mandanti delle stragi di Capaci e via D’Amelio.

Il collegio, presieduto dal giudice Maria Carmela Giannazzo, ha accolto la richiesta avanzata dai procuratori generali Antonino Patti, Fabiola Furnari e Gaetano Bono. Il padrino, difeso dall’avvocato d’ufficio Adriana Vella, ha rinunciato a collegarsi dal carcere in cui è detenuto per ascoltare il dispositivo.

“Questo processo accerta, secondo noi in maniera solida, che Matteo Messina Denaro nella veste di reggente della provincia di Trapani, aveva partecipato alla commissione regionale e aveva ordito assieme a Totò Riina e agli altri l’inizio e il proseguimento della stagione stragista. Una sentenza che chiude il cerchio, per come ci aspettavamo del resto, dopo la condanna del boss per la partecipazione a tutti gli episodi stragisti del continente”. Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta Antonino Patti dopo la sentenza di condanna in secondo grado di Matteo Messina Denaro all’ergastolo. “Questa sentenza conferma che Messina Denaro ha partecipato alle stragi di Capaci e via D’Amelio – ha continuato Patti – ma anche che prese parte al progetto stragista già recandosi alla cosiddetta ‘missione Romana’ nel febbraio-marzo ’92, in cui lui era sostanzialmente il ‘colonnello’ di Toto Riina e che era finalizzata ad assassinare Falcone ma che poi per motivi vari fu rinviata”. “Il fatto che la sentenza arrivi oggi nel giorno della commemorazione della strage di via D’Amelio è importante perché non bisogna mai dimenticare i fatti del ’92. – ha spiegato – Oggi sicuramente viviamo in una situazione più serena da questo punto di vista ma mai dimenticare il dramma di quegli anni, il clima quasi da guerra che abbiamo vissuto”.

“E’ una sentenza che è stata pronunciata in nome del popolo Italiano e come tale va rispettata. Fermo restando la possibilità, prevista dal nostro ordinamento, di poterla impugnare”. Lo ha detto l’avvocato Adriana Vella al termine dell’udienza del processo a Matteo Messina Denaro condannato dalla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta alla pena dell’ergastolo come mandante delle stragi di Capaci e via D’amelio. “Dobbiamo conoscere le motivazioni di questa condannaha detto l’avvocato Vella, difensore d’ufficio di Messina Denaroma resta ferma la mia convinzione sull’assenza di elementi sufficienti per ritenere confermata la responsabilità di Matteo Messina Denaro in ordine alla deliberazione del piano stragista che comprende anche le stragi di Capaci e via D’Amelio, cioè quelle che vengono contestate in questo processo”.

Al difensore è stata fatta notare l’assenza dell’imputato per tutto il processo. “Non dobbiamo dimenticare – ha detto il legale – che Matteo Messina Denaro è un malato oncologico, sta male e credo che anche i suoi problemi di salute e le sue condizioni fisiche non gli abbiano consentito di partecipare alle udienze”. Poi ha aggiunto: “Con lui non ho mai parlato. Ho ricevuto soltanto un telegramma da parte sua dove mi chiedeva se fossi disponibile a un colloquio con lui che però non è mai avvenuto e di ciò non conosco le ragioni”.

“Questa sentenza è arrivata proprio il 19 luglio, che è una coincidenza, ma è anche un modo per riconciliarsi con le istituzioni che noi non abbiamo mai in nessun modo avversato o attaccato”. Lo ha detto l’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli di Paolo Borsellino, al termine dell’udienza in Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta che si è conclusa con la condanna all’ergastolo del boss Matteo Messina Denaro. “Questa sentenza, semmai – continua Trizzino – è la dimostrazione che la nostra fiducia verso le istituzioni nonostante i depistaggi, gli errori, è rimasta intatta. Perché noi sentiamo forte la testimonianza in vita di Borsellino. Specialmente nei momenti in cui si è in difficoltà bisogna rispettare le istituzioni perché è semplice farlo quando tutto procede bene. Direi che nel merito della conferma rispetto alla sentenza della pronuncia di primo grado, Messina Denaro è stato assicurato alla giustizia mentre prima si aveva la sensazione di processare un fantasma. Invece è un soggetto in carne ed ossa che nel corpo delle motivazioni di primo grado confermate dal dispositivo veniva definito per quello che è, e cioè uno dei fedelissimi di Salvatore Riina, nell’aver condiviso strategie, finalità e possiamo dire con soddisfazione che con questa conferma in appello, non ancora definitiva, significa che la stagione particolare dei corleonesi con la loro efferatezza, con il loro disegno stragista può dirsi conclusa. Noi – ha continuato il legale – dobbiamo dare anche un messaggio di speranza alle nuove generazioni e cioè che lo Stato può arrivare anche tardi ma l’importante è che arrivi”.

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