“Quello che sta accadendo a Catania negli ultimi giorni, è bene dirlo con estrema chiarezza, va oltre, ben oltre, il disagio. La città è semplicemente in ginocchio, con una situazione in cui, in alcune ore, quattro quinti della cittadinanza questa fine settimana sono risultati privi in contemporanea di elettricità e acqua. In una estate sì calda, ma certo non caldissima come più volte visto in passato, non ha nessun senso parlare di sovraccarico e relativi problemi tecnici. Cabine che fondono per la temperatura esterna nel 2023?!? Nemmeno nel più sperduto Terzo mondo succede. Chi subisce un anche salato esborso per la luce che consuma ha ogni diritto di utilizzare i condizionatori, perché questi sono spesso vitali per anziani, bambini, ammalati. Si pensasse ad ammodernare la rete di distribuzione, piuttosto. E ci si pensasse non in estate, ma mesi prima dell’inevitabile (e prevedibile) picco di utilizzo energetico.
E che dire dei danni alle attività produttive? Agli artigiani da noi rappresentati, alle piccole e medie imprese, alle micro attività costrette a sospendere i lavori senza alcuna possibilità di recuperare il tempo e il denaro persi? Anche in questo caso, come per l’incendio all’aeroporto: su chi deve pesare il costo di una siffatta singolarità? A Catania sta succedendo qualcosa che non sta succedendo in altre parti d’Italia. Perché? Una delle voci che ci si ritrova in bolletta riguarda il contributo dell’utente alla manutenzione della rete e degli impianti del sistema elettrico. Saremmo più sereni se potessimo avere certezza in merito. Manutenzione effettuata a Catania? Un esponente istituzionale in grado di verificare e rassicurare i catanesi c’è? Ancora: ammesso che la situazione sia emergenziale come in aeroporto: un piano per fronteggiare simile emergenze è mai stato predisposto? Un politico siciliano che lo domandi con fermezza a chi di dovere c’è?
E veniamo dunque a un altro punto da sottolineare, inerente il peso politico della città, evidentemente oggi scarso, scarsissimo. La considerazione che le multinazionali che erogano servizi indispensabili per la cittadinanza hanno di Catania e della Sicilia in generale è prossima allo zero. È palese (le si può vedere per le strade) come certe cabine elettriche siano vetuste di decenni, come taluni tratti ferroviari in giro per la Sicilia. Infrastrutture fisiche così vitali sarebbero mantenute in tale stato a Milano o a Bologna?”. La dichiarazione di Floriana Franceschini e Andrea Milazzo, presidente e segretario della Cna di Catania.