L’appuntamento (il nuovo) è sabato 12 agosto, e stavolta il corteo sarà nel cuore della città, alle 18 a Piazza Cairoli. I movimenti No Ponte proseguono con le iniziative e chiamano tutti a raccolta.
I soldi destinati alla costruzione del Ponte dovrebbero essere utilizzati per la messa in sicurezza delle infrastrutture, per le le scuole, per tutelare i territori dal rischio incendi e da quello sismico e idrogeologico. Ma anche per garantire un adeguato personale nelle strutture sanitarie, avere una sanità di prossimità. O per dotare il territorio degli strumenti che ci permettano di farci trovare pronti quando gli effetti dei cambiamenti climatici arrivano.
“Quante volte abbiamo sentito “Prevenire è meglio che curare”. Invece, ancora una volta, abbiamo toccato con mano le incapacità gestionali che da troppo tempo ci attanagliano: una giornata di scirocco ha messo in ginocchio mezzo Sud perché nulla era stato predisposto: autostrade, strade, aeroporti, ferrovie,
acquedotti, distribuzione dell’energia elettrica bloccati; ettari di territorio andati in fumo- scrivono i No Ponte- Tutto ci dice dell’incapacità di predisporre piani di emergenza di parte di chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica. Però il governo, Salvini in primis, utilizzerebbe 14 miliardi per costruire il ponte sullo Stretto. E non c’è da meravigliarsi: questa gente è nemica della prevenzione, questa gente preferisce curare dopo le catastrofi, invece che prevenire. E il ponte sta esattamente dentro questa logica. Prima si distrugge per realizzare il manufatto, poi, eventualmente, sempre se frutta abbastanza, si curano le conseguenze della distruzione”
acquedotti, distribuzione dell’energia elettrica bloccati; ettari di territorio andati in fumo- scrivono i No Ponte- Tutto ci dice dell’incapacità di predisporre piani di emergenza di parte di chi dovrebbe amministrare la cosa pubblica. Però il governo, Salvini in primis, utilizzerebbe 14 miliardi per costruire il ponte sullo Stretto. E non c’è da meravigliarsi: questa gente è nemica della prevenzione, questa gente preferisce curare dopo le catastrofi, invece che prevenire. E il ponte sta esattamente dentro questa logica. Prima si distrugge per realizzare il manufatto, poi, eventualmente, sempre se frutta abbastanza, si curano le conseguenze della distruzione”
I movimenti ribadiscono che la battaglia contro il ponte è una battaglia per una diversa gestione dei territori e considerano la manifestazione del 12 agosto come la prima risposta di piazza a quanto successo in questi giorni.
La determinazione è quella di stare accanto a quanti si son trovati le fiamme davanti casa, a chi ha dovuto lasciare la propria abitazione, a chi ha rischiato la vita per salvare i propri affetti, a chi purtroppo gli affetti li ha persi.
“I soldi li vogliamo per le infrastrutture di prossimità, per la prevenzione, per rendere la nostra una vita dignitosa, per avere acqua e luce, per attraversare strade e autostrade sapendo di poter tornare a casa sani e salvi. Noi non chiediamo, noi pretendiamo risorse per la sicurezza dei territori e delle nostre città. Il ponte sullo Stretto è figlio di una follia distruttiva deve essere cancellato dal futuro dei nostri territori“