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L'intervista

Minardo: “Alla Sicilia serve più modernità e meno ‘effetti speciali'”

venerdì 4 Agosto 2023
Nino Minardo

Nei giorni dell’emergenza all’Aeroporto di Catania e di quella incendi non sono passate inosservate le ripetute prese di posizione del presidente della Commissione Difesa della Camera Nino Minardo su sistema aeroportuale e rifiuti, uscite puntuali e che non hanno risparmiato critiche tanto da far balzare qualcuno sulla sedia.

Presidente Minardo, le sue esternazioni su aeroporti e rifiuti hanno destinatari precisi?

“Non mi sarei mai sognato in un momento tanto delicato per la Sicilia di aprire un fronte polemico con chicchessia. Emergenze e problemi però non possono far diventare la politica afona, soprattutto quando questi impattano duramente sul sistema economico e sociale dell’Isola. Io credo che spento l’ultimo fuoco e recuperata la piena operatività dell’Aeroporto di Catania bisognerà avviare una seria riflessione su alcuni debolezze strutturali del sistema Sicilia”.

A cominciare dal sistema aeroportuale.

“La chiusura del Bellini a causa del rogo ha messo a dura prova il sistema aeroportuale, con personale sotto stress per giorni e disagi gravi per i passeggeri. L’Aeroporto di Palermo addirittura è arrivato a minacciare di non accettare più voli dirottati da Catania, Comiso e Trapani. Hanno dovuto fronteggiare flussi di passeggeri mai visti prima. I disagi non sono finiti anche perché l’emergenza si è verificata in piena stagione turistica con flussi imponenti di passeggeri in viaggio da e per la Sicilia. Questo è avvenuto perché pur avendo quattro aeroporti ci ostiniamo a considerare Trapani e Comiso come aeroporti “minori”, si tratta di una evidente assurdità. Se nel passato si fosse investito su questi due aeroporti avremmo sicuramente affrontato in maniera diversa lo stop di Fontanarossa. Mi auguro sinceramente che si cambi registro”.

In altre parole, pensa a una gestione unica dei quattro aeroporti più i due scali di Lampedusa e Pantelleria?

“È una ipotesi che qualcuno aveva già avanzato nel recente passato. Personalmente non sarei contrario ma la riflessione innanzitutto, lo ripeto, va fatta sulla strategia: vocazione dello scalo e soprattutto pari dignità. Fino a quando Comiso e Trapani saranno considerati ancillari rispetto a Catania e Palermo ci ritroveremo sempre con gli stessi problemi e con gli aeroporti più grandi con il rischio che vadano in affanno. Immaginate se il Pio La Torre e il Florio fossero stati ben collegati, adeguati ad un traffico più consistente di mezzi e passeggeri che storia diversa staremmo raccontando adesso?”

Sta dicendo che la politica si è occupata male degli aeroporti?

“Non voglio fare populismo, le cose buone sono state anche fatte. Però da imprenditore e da politico penso che nei nostri aeroporti si debba fare meno politica e lasciare più spazio alle capacità imprenditoriali e manageriali. Anche in questo momento difficile mi sembra surreale lo scontro politico sulla gestione dell’Aeroporto di Catania”.

Altro capitolo da lei riaperto: termovalorizzatori e rifiuti.

“Le dico solo una cosa: in questi giorni stiamo riparlando di cumuli di rifiuti in strada e anche di livelli di diossina sopra i limiti a Palermo a causa dell’incendio della discarica di Bellolampo. Con i termovalorizzatori non avremmo avuto questi problemi. Mi auguro sinceramente che non appena possibile il governo nazionale conferisca i poteri speciali al presidente Schifani per fare finalmente i due termovalorizzatori”.

Il Movimento 5 Stelle è critico su questa soluzione…

“Sì anche a Roma stanno dando filo da torcere al sindaco Gualtieri che comunque sta andando avanti senza se e senza ma sul termovalorizzatore. Credo che sul tema non si possa ragionare in maniera ideologica ma guardano ai fatti: o si fanno i termovalorizzatori o l’alternativa è la discarica con l’aumento delle spese per i cittadini, gli incendi e la diossina di contorno”.

Nel giro di pochi giorni c’è stato un effetto domino di emergenze: caldo, incendi, blackout, rifiuti…

“Le aggiungo anche i danni al comparto turistico che penso saranno rilevanti. Il tema è che ci sorprendiamo dell’effetto domino mentre invece dovremmo aver chiaro che la Sicilia è un sistema che ha bisogno di aeroporti organizzati, di trasporti e infrastrutture adeguati, di una rete elettrica moderna, di un smaltimento dei rifiuti diverso e di una strategia per affrontare i cambiamenti climatici non solo gli incendi”.

La Sicilia ha bisogno anche del Ponte sullo Stretto?

“Il Ponte è un tassello essenziale di questo sistema. Le dirò di più, il ministro Salvini ha perfettamente chiaro che la costruzione del Ponte possa innescare una dinamica infrastrutturale positiva a tutto vantaggio della Sicilia”.

Non è forse vero che in questo momento parlare così in negativo possa danneggiare l’immagine di un’isola alle prese con la stagione turistica?

“Il danno alla Sicilia lo facciamo se non ci rendiamo conto di limiti e debolezze, non ci possiamo cullare solo delle nostre bellezze. È una falsa sicurezza, ai turisti che vengono qui non possiamo offrire paesaggi mozzafiato e servizi scadenti. Io sono convinto che alla Sicilia serva più modernità e meno meraviglia”.

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