“Trovo anacronistico che dalla riforma delle Province sparisca la doppia preferenza di genere sulla scheda elettorale. Così come ritengo grave che la presenza di genere venga ridotta ad un quarto nelle giunte provinciali. Questa riforma nasce sotto i peggiori auspici e, nonostante la reintroduzione dell’elezione diretta per presidenti e consiglieri, porta un neo che la fa precipitare indietro rimettendo in discussione la presenza delle donne in politica. Dopo aver fatto tanti passi in avanti per consentire proprio alle donne di avere ruoli che meritano nelle istituzioni, il ddl approvato in I commissione all’Assemblea regionale siciliana si macchia quasi di misoginia. Faccio appello a tutte e a tutti affinché sulla parità di genere non ci siano tentennamenti e si consenta agli elettori di potere scegliere, con la preferenza, liberamente, una donna e un uomo nella scheda elettorale. Sono pronta a presentare gli emendamenti utili a rendere questa legge in linea con le conquiste civili che a fatica, noi donne, abbiamo raggiunto”.
Un duro affondo quello di Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana. Va ricordato che nell’ultima legislatura era rimasto incastrato, tra gli altri, in Prima commissione, un ddl che estendeva la parità di genere anche ad altri tipi di consultazioni elettorali, Regionali comprese.
Restò ostaggio della lunga guerra fredda tra Nello Musumeci, presidente della Regione e Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars.
Al momento la normativa prevede la possibilità di un voto per genere in occasione delle elezioni Amministrative, quando cioè si rinnovano i consigli comunali.