Un cane che si morde la coda. È questa l’immagine che si avvicina più di altre allo stato dei fatti relativo al rapporto tra Comune di Palermo e Rap. L’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti nel capoluogo, nonché l’impianto di Bellolampo, infatti, non naviga in buone acque.
LA SITUAZIONE DI RAP
L’Amministrazione era già a conoscenza dello scostamento tra budget e corrispettivo Tari di tre milioni di euro. A questo disavanzo, nei primi sei mesi del 2023 si è aggiunto un altro milione e 800 mila euro. Come se non bastasse – ma in questo caso la colpa è, o dovrebbe essere, solo del destino – ad una situazione già sgangherata si è aggiunto l’evento estremo del rogo che ha mandato in fumo tonnellate di rifiuti nella la quarta vasca della discarica, quella che insieme alla terza bis sta cercando di sopperire alla mancata consegna della nuova vasca, la settima (che dovrebbe essere operativa entro metà settembre).
Solo per questo “scherzetto”, fra nuovi strati di teli per riparare la quarta vasca dall’acqua piovana e ditte private che durante l’emergenza hanno aiutato la Rap a non perdere troppo il ritmo della raccolta in città, “sarà necessario sborsare quattro o addirittura cinque milioni di euro”, come fa notare anche Massimiliano Giaconia, capogruppo di Progetto Palermo, dopo la relazione della governance dell’azienda nei giorni scorsi in terza commissione consiliare.
CHI PAGHERA’?
Già, ma chi sborserà questo denaro? Il Comune, che già ha la sua gatta da pelare per mettere una pezza alla situazione di un’altra delle sue partecipate come Amat, difficilmente lo potrà fare. La parola va alla Regione, che, in qualità di anello di congiunzione con Roma, potrebbe approfittare dell’armocromia con il Governo nazionale per far valere le ragioni del ristoro nell’emergenza. Oppure, potrebbe agire autonomamente mettendo in campo risorse proprie o recuperate. E nulla vieta di poter usare i due canali contemporaneamente. I tempi di azione, però, sono stretti in ogni caso.
Quanto al Comune, sono mesi che le opposizioni chiedono chiarimenti su come si possa uscire dall’impasse, almeno per quanto riguarda i 3,8 milioni di euro iniziali: “Abbiamo sollevato il problema in occasione dell’approvazione del Piano economico finanziario Tari 2023 – spiega Giaconia – e dell’approvazione del bilancio di previsione 2023/2025, quando l’amministrazione aveva assicurato misure correttive volte a colmare il divario tra il budget e il corrispettivo, ma ad oggi, tali misure sembrano non essere state attuate come promesso”.
MISURE ALTERNATIVE
Quali misure, però, non è dato sapere. Si ipotizza che possa riguardare l’affidamento temporaneo di alcuni servizi extra Tari, ma “la verità è che la Giunta Lagalla non ha mai comunicato al consiglio che tipo di accorgimenti vuole mettere in atto. La mancata risoluzione immediata di questa situazione di squilibrio di bilancio e il ristoro alla Rap dei danni causati dagli incendi avranno inevitabili gravi conseguenze sul nuovo piano industriale e quindi sulla continuità aziendale”, fa notare il consigliere comunale.
A RISCHIO LE ASSUNZIONI
In sospeso, infatti, ci sono i due bandi di Rap per l’assunzione di autisti e netturbini. Le procedure sono in stato avanzato. Peccato che tutto potrebbe essere bloccato, se non si riuscisse a far chiudere in pareggio o, quantomeno a contenere il disavanzo della società entro la fine dell’anno. Allo stesso tempo, senza nuovi operatori sarebbe impossibile ottemperare alle direttive di ampliamento del servizio di raccolta differenziata, fermo ad un misero 16%. Insomma, il famoso cane che si morde la coda.
“Abbiamo chiesto all’amministrazione di andare oltre le solite dichiarazioni propagandistiche e di fornire un resoconto dettagliato al consiglio comunale riguardo il futuro dell’azienda e alle misure correttive che intende adottare. In considerazione anche del fatto, che la governance della Rap a causa di una riduzione di oltre due terzi del capitale sociale è stata costretta ad attivare le procedure previste dall’art. 2447 del codice civile. Attualmente, il rischio è che, in assenza di soluzioni, la Rap possa trovarsi nella stessa situazione drammatica che ha coinvolto il gruppo Amia”, ammonisce Giaconia.
Al momento il vicesindaco Carolina Varchi, per altri impegni, non si è ancora presentata a Palazzo Comitini, sede temporanea delle sedute del consiglio comunale. In compenso, l’assemblea dei soci di Rap è convocata per metà settembre. Quindi la palla passa o, per meglio dire, torna al Comune, socio unico della società per azioni a partecipazione interamente pubblica fin dalla sua costituzione nel luglio 2013.