“Giorgione” Assenza, emblema del pacifismo della politica siciliana e della bonomia di cui però è meglio non provare ad approfittare le ha cantate chiare: “Basta campagna acquisti a danno della coalizione”: Talmente impersonale generico e non precisato da poter risultare generale, universale e valido come monito a tutti. Nessuno escluso.
I cambia-casacche da sempre sono il valore aggiunto che consente ai freelance degli accordi di basso profilo di monetizzare sempre qualcosina in più, spesso in Zona Cesarini quando i minuti di recupero delle Finanziarie o dei tempi che precedono per esempio le nomine Asp, si vanno assottigliando e ci vuole la zampata a effetto.
Una “pillola” subliminale, Assenza l’ha spesa anche per loro.
Sono giornate particolari quelli che la politica siciliana sta vivendo tra un rimpasto in fieri al Comune di Palermo, la verifica di un rodaggio mai compiuto tra Governo e centrodestra alla Regione e il timore, a volte anche poco fondato che le fughe in avanti di Schifani, per esempio verso la Lega o di altri “big” della coalizione che agiscono a favore di vento possano sparigliare gli equilibri, si fa sentire. (Tentazione Lega per il presidente della Regione Schifani?)
Gli sceneggiatori del racconto politico che aspettano imbeccate e retroscena, ultimamente ne arrivano sempre meno, non fanno mistero del fatto che Schifani abbia più nel cuore Salvini che non Tajani, ma bisogna dare atto al presidente della Regione atto che nell’interlocuzione con Roma sul Caro-voli e le altre questioni che pendono fino a oggi non perde un colpo.
L’ex presidente del Senato è in piena sintonia con i centristi di Sicilia a trazione cuffariana e lombardiana, si fa scortare con piacere dai corazzieri in carriera della Lega, ma soprattutto ha fino a questo momento dato filo da torcere alla componente meloniana in Sicilia, poco incline a far pesare la consistenza del suo speso specifico a Sala d’Ercole o, forse ancora meglio, alleato fedele di Palazzo d’Orleans, come amano ricordare i deputati singolarmente interrogati sulla questione.
Assenza, a nome del gruppo, ha usato l’esempio delle nomine della sanità, più o meno imminenti che possano essere, per ricordare a tutti che sugli accordi chiusi non si torna. E si torna allo schema di partenza del 6-6-2-2-2, dei partiti della coalizione e non stiamo parlando degli schemi della “BZona” di Oronzo Canà, ma di postazioni che costituiscono l’ossatura del consenso politico nella strisce di mesi che separa i siciliani da Europee e (forse) Provinciali.
L’autunno di Sala d’Ercole si appresta a varare una lunga e noiosa manovra regionale, non brillerà per acuti d’aula, se non quando Cateno De Luca non sceglierà un break dalla sua attività di primo cittadino itinerante per le vie del mondo.
“Giorgione” dunque dixit e non a caso. Alleati fedeli e parlamentari in cerca di un leader regionale in Sicilia Fratelli d’Italia lo sono, ma come avrebbe detto Totò: “ogni limite ha una pazienza”…