Il tempo passa ma il degrado persiste ancora attorno a quella che doveva essere una struttura ad hoc per gli sportivi e non solo. Stiamo parlando della piscina comunale di Palermo, esattamente della vasca scoperta, che rimane per l’ennesima volta chiusa al pubblico.
“E’ così da un pò, per problemi alla vasca di compensazione danneggiata” afferma il consigliere al Comune di Palermo Giulia Argiroffi in un video pubblicato su Facebook per rendere noti i disagi dettati dai mancati lavori di manutenzione, ordinaria e straordinaria, accavallati negli anni. “E non si può più intervenire”, aggiunge, spiegano che non è facile intervenire su impianti particolarmente datati.
Eppure c’è un’idea sul futuro degli impianti sportivi di Palermo, come aveva detto l’assessore allo Sport della giunta Lagalla Sabrina Figuccia (QUI). Ma i tempi rimangono ancora incerti, e il timore che i lavori di ristrutturazione programmati per rendere fruibile la vasca scoperta e quella interna interrompano le attività nel lungo periodo potrebbe concretizzarsi nella realtà.
Gli interventi di restyling previsti dal Pnrr – circa 11 milioni di euro – e già appaltati dall’amministrazione comunale non sono mai partiti. I lavori per il cambio del look dovevano iniziare a giugno scorso, ma poi non è andato come programmato perché, secondo il consigliere di Sala delle Lapidi, la ditta aggiudicatrice lamenta una carenza progettuale. Lavori alla piscina esterna che al momento non possono essere svolti per le elevate temperature che comprometterebbero le mattonelle ancora utilizzabili. I tempi stringono e rischiano di esaurirsi in fretta, dato che a settembre doveva essere consegnata anche la vasca interna.
Tutte belle iniziative ma forse destinate a rimanere sulla carta, in attesa di restituire piena funzionalità agli impianti sportivi. L’auspicio era sicuramente quello di rendere la piscina comunale uno strumento sicuro, affidabile, con impianti nuovi e tecnologicamente avanzati.
Questo “Comporta un danno per la città – prosegue Argiroffi – che in questo momento non può usufruire di un servizio pubblico, nei fatti dimezzato”. In più nelle more sarebbe dovuta partire anche la realizzazione di una struttura precaria all’interno del pallone. “Un danno erariale dovuto alla mancata realizzazione dei lavori che devono essere completati entro i due anni, pena la perdita dei finanziamenti”. Fatto che per alcuni aspetti mette a rischio la speranza di poter contare sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
La struttura d’appoggio doveva essere (e si spera in futuro) il pallone, l’ex sala stampa di Italia ’90 che è stata sgomberata da tutto il materiale abbandonato lì per anni. Ma anche in questo caso, non è stata ancora bandita la procedura concorsuale per il montaggio della vasca temporanea.
Insomma, sono ancora poche le soluzioni concrete finora adottate nell’ottica di una nuova stagione sportiva e non solo per il nuoto.