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Il noto linguista

Da Ficarra ad Harvard nell’Ottocento: la storia di Ignazio Batòlo

sabato 14 Ottobre 2023

«Sotto il nome di Pietro Bachi si era celato fin oggi Ignazio Batolo; giovane di felici speranze, colpito dalle sventure politiche nel fiore dell’età sua e balzato sopra i lidi dell’America, che ospitalmente lo accolse, lo ritenne, lo coltivò, forse per ridonarcelo poi fatt’uomo ed illustre», è quanto leggiamo in una recensione pubblicata nelle Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia del 1833. È curioso come a volte, dalle trame smagliate della storia, possano venir fuori storie inimmaginabili. Una di queste è quella di Pietro Bachi appunto, al secolo in realtà dunque Ignazio Batòlo, nientemeno che uno dei più importanti linguisti italiani degli Stati Uniti e un insigne protagonista del Risorgimento transatlantico. La sua vicenda, unica si direbbe, merita certo un approfondimento. Bachi-Batolo fu infatti il primo accademico italiano ad insegnare alla prestigiosissima e famosissima Harvard University, dove tenne i corsi di italiano, spagnolo e portoghese per vent’anni, dal 1826 al 1846.

Nell’antiporta di una delle sue opere più famose, il Teatro scelto italiano, una sorta di antologia di opere teatrali, leggiamo una interessante dedica: «All’eccellentissimo cittadino e giureconsulto celebratissimo SALVATORE BATOLO, LL. D., già procuratore del re presso la G.C.C. di Palermo, gran giudice della Corte suprema di giustizia del regno di Sicilia, ec., all’uomo in ogni genere di sapere eruditissimo, del dramma italiano cultore e conoscitore profondissimo, Pietro Bachi questo Teatro Scelto con rispetto ed amor filiale D.».

Sappiamo che il padre Salvatore, dunque, era un importante magistrato. Egli aveva origini nebroidee, di Ficarra in particolare. La famiglia Batolo è infatti una delle famiglie più antiche e prestigiose del paese in provincia di Messina. Incerta l’origine del cognome, forse un diminutivo dal nome germanico “Bado” o “Bato”, o anche probabilmente collegata col termine greco medievale “bàtos”, rovo. A Ficarra i Batòlo risiedettero per lungo tempo, esprimendo cittadini dotti e illustri. Un tale Gaetano Algeri Fogliani, in un articolo di medicina apparso sul numero 74 ancora delle Effemeridi del novembre 1839, ricorda tra i medici siciliani pratici ed esperti alcuni nebroidei, esperti in particolare in malattie polmonari, tra cui «Ignazio Batolo da Ficarra», oltre ad altri provenienti da Sinagra, Ucria e Naso. Verso la seconda metà dell’Ottocento, il ramo principale della famiglia si trasferì nel paese costiero di Gioiosa Marea, in cui edificarono forse il palazzo più elegante e prestigioso della cittadina, ove vissero.

Il nostro, nacque a Palermo nel 1787. Seguendo l’esempio paterno, anche Ignazio studiò legge all’Università di Padova e dedicandosi, dopo la laurea, all’esercizio dell’avvocatura. Fu tuttavia la politica, nello specifico il coinvolgimento nei tentativi murattiani di mirare al trono del regno duosiciliano, a costringere Ignazio a cercare riparo all’estero. Prima in Inghilterra, nel 1815. Dieci anni dopo si sarebbe trovato negli Stati Uniti. Come è facilmente intuibile, fu costretto a cambiarsi il nome, scegliendo quello di “Pietro Bachi”. Sebbene non fosse madrelingua, Pietro Bachi-Ignazio Batolo, il 18 aprile 1826 fu nominato docente di italiano nientemeno che alla Harvard University, come si è anticipato sopra.

Ignazio Batolo/Pietro Bachi in un ritratto della Harvard Gallery

Nei documenti e nei libri lo troviamo indicato come precettore nell’Università harvardiana. Tra le sue opere più significative, i Rudiments of the italian language, pubblicati a Boston nel 1832, e prima ancora A Grammar of the Italian Language, pubblicato ancora a Boston nel 1829 e A Comparative View of the Spanish and Portuguese Languages, edito in Cambridge nel 1831. Per comprendere la caratura intellettuale di Bachi-Batolo, la levatura del profilo culturale del personaggio, basti pensare che in una recensione ai Rudiments, un critico ebbe a ascrivere «niuno meglio di Bachi sarebbe nel caso di troncare una volta tante difficoltà; di Bachi, che conosce a fondo la propria lingua, ed è pratichissimo della inglese. E se noi ammiriamo tutto ciò che egli ha fatto per agevolare agli americani l’insegnamento della favella italiana; gli resteremmo poi gratissimi, se prendesse a scrivere per divulgare fra noi l’idioma degli inglesi, nelle cui opere più cose avremmo da attingere, che farebbero molto a’ nostri civili bisogni». Queste parole paiono più che sufficienti nella descrizione. Di grande cultura linguistica, dal 1828 tenne anche i corsi di spagnolo e dal 1831 di portoghese. A Boston Pietro Bachi, alias Ignazio Batolo, palermitano di nascita, americano d’adozione, ma ficarrese d’origine, si spense il 22 agosto 1853. Conosciamo il suo volto grazie a un bel ritratto di Albert Gallatin Hoit, conservato presso l’Harvard Art Museum.

Vittorio Tumeo

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