Con la modifica dell’accordo Stato-Regione in Sicilia si riaccende concretamente la speranza di bandire i concorsi e rimpolpare gli uffici già in forte sofferenza, con le assunzioni di nuovo personale giovane e preparato. Roma, stando alle ultime notizie, mette un punto all’agonia del debito contratto dai governi regionali precedenti e consente a quello guidato da Renato Schifani di colmare in 10 anni il disavanzo accumulato.
L’occasione di nuove risorse permetterà alla Regione di affrontare non solo il superamento di alcuni vincoli a carico della Regione che potrà, così, risanare le proprie ferite, ma anche le sfide future: dal Pnrr alla nuova programmazione, dalla transizione energetica a quella digitale. In più, lo Stato riconosce per quest’anno un trasferimento di 300 milioni di euro, aumentandolo rispetto ai 200 milioni del 2022, per compensare la maggiore compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria.
“Come sindacato abbiamo spinto moltissimo per la riscrittura dell’accordo che ingessava la spesa e le assunzioni del personale regionale – spiega Giuseppe Badagliacca, segretario generale Csa Cisal Sicilia, e componente parte sindacale alla contrattazione nazionale tavolo Aran per le Funzioni Locali (ex Enti Locali) – . Si sbloccano le assunzioni e al contempo si ammoderna la macchina regionale attraverso la riqualificazione del personale. Un accordo che ci trova favorevolmente sorpresi. Dunque, adesso si metta mano al riordino del personale della Regione Siciliana, procedendo sia alla riclassificazione delle risorse umane già esistenti che all’entrata di nuove figure professionali per compensare le mancanze che ci sono all’interno della dotazione organica pubblica. Questo consente di migliore l’efficienza dei servizi pubblici erogati ai siciliani”.
Una tabella di marcia davvero soddisfacente per Badagliacca. “La giunta regionale si sta dimostrando efficiente”. Il sindacalista lancia un ulteriore assist. “La Sicilia dovrebbe prendere come esempio la Puglia: mandare i propri funzionari a Bruxelles per farli professionalizzare e specializzare. La formazione stessa del personale dirigente è importante perché permette l’acquisizione di una ulteriore capacità che consiste nel saper attrarre gli investimenti e i fondi dell’Unione europea. La Puglia è stata l’unica Regione d’Italia che ha speso tutti le risorse dell’Ue destinate. Addirittura, nel riaccredito delle somme, non spese dalle altre Regioni, presentarono ulteriori progetti per prendere gli altri soldi. Dobbiamo partire da questi principi. Non ci scordiamo i progetti bocciati attinenti all’agricoltura”.
Si aprono altre questioni. “Parecchi tecnici che sono stati reclutati con il Pnrr – dice Badagliacca – hanno abbandonato l’incarico dopo aver visto l’importo della paga. Lo stipendio del pubblico impiego non è più attrattivo, perché il trattamento della Regione è uguale a quello delle funzioni locali, dei comuni. Il danno è che perdiamo figure professionali specifiche importanti per portare avanti i progetti. Perdiamo i nostri giovani che oggi sono molto preparati dal punto di vista dell’istruzione e della formazione”.
In particolare, le assunzioni del comparto non dirigenziale saranno effettuate sulla base della regola del turn over al 125% dei pensionamenti nell’anno precedente per il triennio 2023-2025 e al 100% a decorrere dal 2026. Per il personale con qualifica dirigenziale, le assunzioni sono effettuate sulla base della regola del turn over al 125 per cento dei pensionamenti nell’anno precedente per il biennio 2023-2024 e al 100 per cento a decorrere dal 2025.
Fra gli altri punti concordati fra Roma e Palermo, l’aumento di 70 milioni di euro degli accantonamenti annui della Regione previsti dal Piano di rientro: in cambio il governo nazionale si impegna a concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria dal 42,50 al 49,11%.
Una formula politico-amministrativa che sblocca una macchina inceppata da molto tempo. Il via libera al nuovo accordo Stato-Regione, con tanto di ratifica da parte del Consiglio dei Ministri, consentirà di assumere fino a 750 nuovi dipendenti, colmando parzialmente i vuoti d’organico dovuti alle migliaia di pensionamenti degli ultimi anni.