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I nodi irrisolti

L’Ars procede a piccoli passi, ma la partita della riforma sulla sanità è tutta da giocare

martedì 10 Ottobre 2023
Giovanna Volo

Al netto di ogni smentita e delle dichiarazioni dell’assessore alla Salute Giovanna Volo che ha parlato di “mera” bozza, la riforma della sanità in Sicilia è più di una semplice idea.

Non è ancora ufficiale, ma il documento che prevede il riordino del Servizio sanitario regionale è sulle scrivanie degli uffici di Piazza Ottavio Ziino. Una bozza di 7 articoli – nessun disegno di legge specifica l’esponente del governo Schifani – che metterebbero nero su bianco la riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera: la nuova programmazione socio-sanitaria per la Sicilia “nel rispetto delle disposizioni statali vigenti concernenti la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, delle evidenze epidemiologiche, delle valutazioni di attività correnti e programmate, privilegiando l’appropriatezza degli interventi previsti nei vari setting assistenziali, secondo logiche di accessibilità”, come riporta il testo normativo.

Ci sono novità in cantiere anche per quanto riguarda la rimodulazione dei compiti svolti dalle Asp siciliane con “funzioni multi-presidio”, e sugli oneri finanziari si provvederebbe – secondo quanto scritto nel documento – con le risorse del Fondo sanitario regionale.

Si tratta di un corpo di norme con un duplice obiettivo. Da un lato è necessario rendere compatibile l’equilibrio economico del Ssr con il mantenimento e la riqualificazione dell’offerta sanitaria, dall’altro occorre compiere lo sforzo di garantire l’erogazione uniforme su tutto il territorio dei livelli essenziali di assistenza in un ottica di miglioramento dei servizi e di ottimizzazione delle risorse impiegate. Un quadro non facile se si tratta di riformare la governance della sanità siciliana. Questa è una delle questioni delicate su cui l’Ars sarà chiamata a discutere forse nelle prossime settimane o probabilmente in vista della prossima Finanziaria.

Una matassa non facile da sciogliere per il fatto che i partiti di centrodestra potrebbero spaccarsi su questa questione. Sono freschi, infatti, i primi battibecchi ufficiali tra Dc e Forza Italia. L’intero dossier potrebbe essere cestinato, alla fine, anche per la copertura economica che comporterebbe.

Nel frattempo Sala d’Ercole cercherà di mettere a fuoco altri temi di rilevanza regionale come il nuovo codice dei contratti pubblici predisposto dall’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Aricò, varato la settimana scorsa dall’aula e con cui anche la Sicilia si è adeguata a quello nazionale. Una riforma fortemente voluta dal presidente della Regione Renato Schifani per dare certezza agli enti locali e a tutte quelle strutture, come aziende sanitarie, consorzi e altre pubbliche amministrazioni, chiamate nei prossimi mesi a gestire gare di appalto per opere pubbliche finanziate da importanti risorse economiche previste dal Pnrr e dalla Programmazione europea 2021-2027.

Il testo approvato all’Ars introduce alcune norme migliorative, puntando soprattutto sulla semplificazione delle procedure come, ad esempio, la norma sulla Commissione lavori pubblici, la quale sarà adesso chiamata ad analizzare soltanto i progetti con importo superiore a 20 milioni di euro, consentendo una maggiore rapidità nei tempi di approvazione. Le nuove norme introdotte, infatti, garantiranno un dimezzamento dei tempi per l’acquisizione dei pareri e una consequenziale celere procedura di gara.

Ma non è ancora tutto risolto, perché la commissione Bilancio dovrà sciogliere altri nodi e questioni rimaste al palo.

 

 

 

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