Manca poco ormai, così almeno pare, per sbrogliare la matassa del rimpasto di Giunta a Palermo. Con l’incontro di venerdì scorso si è aperta, infatti, una settimana piena di appuntamenti con le delegazioni dei gruppi di maggioranza, per il sindaco Roberto Lagalla che tra poche ore dovrebbe – finalmente, a detta dell’opposizione, ma non solo – svelare quali decisioni sono state prese.
L’origine della diatriba ha radici allo scoccare del primo anno di consiliatura, quando era stato più volte lo stesso primo cittadino a incitare i partiti a un cambio in corsa, ma solo dopo l’approvazione di tutti i documenti contabili della città.
Se il toto-nomi iniziale era pieno zeppo di ingressi e uscite, alla fine pare si tratterà di un semplice ritocchino. I primi a uscire allo scoperto sono stati i meloniani con una nota congiunta in cui si sottolinea il fatto che Lagalla nell’incontro del primo novembre a Villa Niscemi con il vicesindaco Carolina Varchi, l’assessore comunale Giampiero Cannella, l’assessore regionale Alessandro Aricò e l’eurodeputato Giuseppe Milazzo abbia “riconosciuto la necessità di riconoscere e valorizzare il peso del partito all’interno della coalizione e dell’amministrazione comunale”.
Allo stesso tempo, soddisfazione degli azzurri che dovrebbero veder confermata la decisione di ripristinare un assessorato a Forza Italia, perso con il passaggio di Andrea Mineo a Fratelli d’Italia. Al suo posto andrà il forzista Pietro Alongi, indicato dal presidente della Regione, Renato Schifani.
La dà per cosa fatta Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia: “Dopo l’incontro avuto col sindaco a fine settembre e l’ampia disponibilità mostrata in quell’occasione – dice – non abbiamo mai avuto dubbi sulla naturale risoluzione del problema che avevano posto, rispetto ad un necessario riequilibrio della rappresentanza di Forza Italia all’interno della squadra di governo della città”.
A mettere un punto alla discussione ci pensa Lagalla: “In giunta abbiamo riportato la rappresentanza al riferimento numerico e proporzionale dell’inizio del mandato. Ci rivedremo per un futuro tagliando a metà della legislatura”. Detto, fatto. E ritocchino sia, con il sindaco che ci tiene a precisare che “daremo all’assessore Mineo il tempo di chiudere doverosamente alcuni dossier importanti anche per dare il giusto riconoscimento per ciò che è stato fatto come, ad esempio, l’ultimazione della settima vasca a Bellolampo e la ricapitalizzazione della Rap”.
Sul futuro di Mineo l’ex Rettore parla di “cadute e resurrezioni”, segno che, probabilmente rivedremo presto l’ormai ex assessore alle Politiche ambientali e al Patrimonio, anche se in altre vesti. “Chi lo sostituirà acquisirà sostanzialmente le stesse deleghe che erano del predecessore”, conclude Lagalla.
Lo scontro fra Titani, quindi, dovrebbe tradursi in un – quasi – nulla di fatto.