Dopo un mese e mezzo di contrattazioni tra le forze in campo, forse il Comune di Palermo troverà presto pace nella sua maggioranza con le sostituzioni ridotte al minimo, la via “chirurgica” è rimasta, alla fine, la meno invasiva.
All’ennesimo vertice di maggioranza, il sindaco Lagalla ha tenuto a sottolineare la “ritrovata unità di intenti e la confermata volontà di proseguire il percorso di cambiamento della città”, ma al di là del perimetro delle dichiarazioni e degli auspici e declinando situazioni in divenire: “rinviando alla decorsa metà della legislatura l’eventuale e più generale riequilibrio nella composizione della giunta e degli organi consiliari. In atto, si procederà alla sostituzione dell’assessore Andrea Mineo, che resterà in carica fino alla metà di novembre per ultimare delicati dossier e che ringrazio per il suo operato svolto, con Pietro Alongi e ad eventuali altre sostituzioni che i partiti vorranno rappresentare. Eventuali altre esigenze saranno oggetto di successive e dirette interlocuzioni tra il sindaco e le singole forze politiche della coalizione”.
Sono state queste le parole sindaco di Palermo Roberto Lagalla. Un nastro sciolto e riavvolto che senza colpi di scena finali, del tutto esclusi al momento, ha messo a nudo la fragilità della coalizione di centrodestra rispetto alle esigenze di riposizionamento che hanno originato il problema.
Il tagliando più ampio che potrebbe prevedere anche un’uscita nel tempo del vicesindaco Carolina Varchi e il possibile ingresso in giunta di Toti Longo, già candidato al consiglio per i meloniani, faranno parte di un successivo contenitore. Un momento in cui lo stesso Lagalla si augura si siano affievoliti gli appetiti dei democristiani in giunta. Resterebbe al suo posto anche l’ex deputato regionale Dario Falzone.