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Inaugurata la control room

Il “Grande fratello” in azione a Palermo: dopo la sperimentazione permetterà di prevenire crimini

venerdì 8 Settembre 2023

Reati come lo stupro del Foro Italico, ma anche furti, rapine e spaccate, hanno le ore contate a Palermo. Almeno, è quanto promesso dalla nuova Control room, inaugurata oggi dal sindaco Roberto Lagalla alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, del questore Leopoldo Laricchia e del presidente della Regione Renato Schifani. La sperimentazione durerà fino a fine anno. Poi, da gennaio 2024, attraverso alcuni step successivi, si andrà a regime.

La sala multimediale della polizia municipale, dotata di sistemi che permettono un approccio multilivello, è collegata con le centrali operative delle altre forze dell’ordine e interverrà sia sulla mobilità che su sicurezza e tutela dell’ambiente.

“Quello di Palermo è un esempio per tutto il Paese. L’intelligenza artificiale – commenta Piantedosientra nella gestione del controllo di sicurezza delle città. Elemento importante è la capacità di mettere le informazioni in condivisione tra le varie istituzioni dello Stato: forze dell’ordine, Comuni, Regioni”.

Il “gioiellino tecnologico”, come lo definisce il consulente per la digitalizzazione del Comune Giuseppe Lo Re durante la presentazione, è costituito da 800 telecamere e numerosi altri sensori di vario tipo, in un “flusso di dati grezzi che l’intelligenza artificiale raccoglie per il personale addetto alla control room”.

A fornire dati ai quattro addetti, per turno, alla sala di controllo centralizzata potranno, però, essere anche singoli cittadini. Attraverso una app – apPalermo – che permetterà al Comune di inviare notifiche di alert via smartphone, sarà data la possibilità a chi accederà tramite carta d’identità o spid di inviare la propria segnalazione di emergenza. Cosa che, dunque, non si potrà fare in modo anonimo.

Il questore di Palermo Leopoldo Laricchia, che cederà a breve il passo a Vito Calvino, fa notare che l’idea era nata nel 2021 in collaborazione con la Prefettura, oggi guidata da Maria Teresa Cucinotta: “Questa attività – dice Laricchia – integrerà quella delle pattuglie su strada di tutte le forze dell’ordine. Ci sarà una progressiva installazione delle telecamere nelle vie d’accesso alla città, nei quartieri e nelle piazze. Entreranno in funzione più di mille sensori. L’inchiesta sullo stupro del 7 luglio scorso ha beneficiato delle immagini riprese dalle telecamere già installate”.

“La videosorveglianza riguarderà i vari quartieri della città, con una maggiore attenzione per quelli più a rischio, ma ovviamente servirà anche per monitorare eventi calamitosi e mobilità. La Control room dispone di schermi disposti su una superficie di 200 metri quadrati, attraverso i quali viene operato un controllo costante. Uno strumento prezioso e avveniristico – aggiunge il vicesindaco Varchiche pone l’amministrazione guidata da Lagalla all’avanguardia per la tutela dell’ambiente, della sicurezza urbana e di tutti i servizi ai cittadini”.

Dalle immagini estrapolate, vengono fuori le informazioni più disparate, come le targhe dei veicoli, di cui possono essere tracciati i tragitti, l’abbandono di rifiuti, andando a ritroso per capirne la provenienza, oppure bloccare sul nascere incendi colposi o dolosi. Ma gli occhi virtuali segnalano anche capannelli di persone. L’auspicio di sindaco e questore è, quindi, anche di riuscire a prevenire crimini come lo stupro di gruppo della notte del 7 luglio. Per il momento, durante la fase sperimentale, l’aiuto della tecnologia servirà alla polizia giudiziaria nella fase delle indagini. “È un sistema che può servire come elemento di deterrenza, in ottica di prevenzione. La Regione è pronta anche a interventi di carattere finanziario per sostenere questa strategia”, dice Schifani.

“Le statistiche – afferma il sindaco Lagalla – dimostrano che Palermo non si colloca tra le città più a rischio d’Italia in termini di ordine pubblico. Ma oggi per la sicurezza ha uno strumento in più nell’ottica della digitalizzazione”.

Il lavoro della control room di Palermo, tra l’altro, in futuro potrà essere ampliato ai territori limitrofi: “Il nostro obiettivo – aggiunge Schifaniè dotarci di droni di potenza media per il monitoraggio antincendio”. Il presidente della Regione e il ministro, inoltre, sottolineano anche che, se all’inizio il controllo costante tramite telecamere può limitare la libertà personale, lo scopo è quello della tutela della sicurezza di tutti i cittadini: “È a fin di bene”, dice Piantedosi.

Il “Grande fratello” di Palermo, di orwelliana memoria, da oggi è dunque operativo.

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