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Guerra in vista

Ars, nel maxi emendamento spunta la norma “salva ineleggibili”

sabato 11 Novembre 2023

Nel maxi emendamento approvato in Commissione Ars Bilancio (con tanto di selfie trasversale a mezzanotte) c’è anche una norma che potrebbe chiamarsi “salva ineleggibili”. La novità è stata approvata con l’ok del centrodestra ed i no in tandem dei deluchiani e del M5S (in questa fase molto vicini).  Il dem Cracolici aveva da poco lasciato la seduta ed era assente anche il vice presidente della Regione Luca Sammartino (Lega) che proprio su quella norma aveva fatto capire di essere contrario.

LA SALVA INELEGGIBILI

Con la “salva ineleggibili” , voluta dal centrodestra, si inserisce una interpretazione autentica della legge regionale 29/1951, che disciplina le cause di ineleggibilità dei deputati all’Assemblea regionale siciliana. In base all’attuale normativa chi ricopre incarichi in enti e società sui quali la Regione esercita un controllo non può essere eletto (posizione differente rispetto all’incompatibilità o all’ineleggibilità sopravvenuta).

SI SALVA IL PRESIDENTE

Con il testo approvato in Commissione e che dovrà passare al vaglio dell’Assemblea, di fatto si salvano ben due poltrone, una delle quali è proprio del presidente della Commissione, Dario Daidone (Fratelli d’Italia). Il meloniano al momento della candidatura era (e rimase) nel Cda di Irfis (Istituto regionale per il finanziamento alle industrie). Nei suoi confronti pende il ricorso del primo dei non eletti Carmelo Nicotra ed in primo grado è stato dichiarato ineleggibile.  Nicotra è diretto verso la Lega. In attesa del Cga quindi è intervenuta la norma nel maxi emendamento (frutto di un accordo tra FdI e Fi) che di fatto salva il posto sanando le condizioni di ineleggibilità.

SALVO ANCHE VASTA

Ma il presidente della Commissione non è solo a poter salvare il posto. Con lui c’è anche Davide Vasta, eletto in Sud chiama Nord ma da tempo dato verso altri lidi (con ogni probabilità proprio Fratelli d’Italia). Vasta non sì è dimesso in tempo dalla Cot, cooperativa vigilata dalla Regione. Nei confronti del deputato quasi ex deluchiano (non a caso Sud chiama Nord ha votato contro in Commissione), pende un ricorso a catena, quello del primo dei non eletti Salvatore Giuffrida e quello del secondo dei non eletti  Santo Primavera (che però ricorre contro il primo).

In sostanza con una sola norma Fratelli d’Italia blinda due posti, causando il mal di pancia di Sammartino.

CHE SUCCEDE CON I RICORSI?

Qualcosa di analogo era già successo ad inizio estate quando, in modo compatto, la maggioranza salvò l’ineleggibilità di Nicola Catania e Giuseppe Catania (entrambi FdI) e negli organi di vertice della srr Trapani Sud e della Caltanissetta srr. In quel caso l’emendamento stabilì che le società di regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti “non costituiscono società strumentali della Regione siciliana”. In totale quindi sono 4 le situazioni di “ineleggibilità” sotto ricorso (quasi tutte in secondo grado in Appello) che sono in questo modo sanate dalla politica prima che si arrivi al secondo grado di giudizio.

Il problema stavolta però è interno alla maggioranza di centrodestra. Sul salva Daidone e Vasta infatti in sede di conferenza dei capigruppo non era stato trovato l’accordo perché la Lega era contraria. Non appena però Sammartino si è assentato, è spuntata la norma di ordinamento ed è stata approvata. Le perplessità del leghista sono legate al fatto che se Daidone, presidente della Commissione Bilancio, conserva la poltrona, il suo posto non andrà a Nicotra che è in procinto di passare alla Lega.  Copione più o meno simile con Davide Vasta. Eventuali code per incostituzionalità della norma peraltro necessiterebbero di almeno uno due anni di tempo, di fatto lasciando le cose come sono fino a quasi la fine del mandato.

Il nodo si ripresenterà in Assemblea. Continueranno a votare contro Nuccio Di Paola e Cateno De Luca, un’inedita alleanza (QUI) che potrebbe avere futuri sviluppi (oppure no) QUI

Quanto al Pd è uscito dalla commissione prima del voto, ma Cracolici, giusto per ribadire la posizione definisce la norma “imbarazzante” evidenziando come sia stato possibile che un deputato (Daidone) partecipi ad un iter legislativo per il quale ha un interesse personale. In Assemblea quindi ci sarà il no dei dem e c’è da giurare che il vero nodo sarà tutto interno agli alleati di centro destra.

 

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