Eugenio Corini non si muove da Palermo. E’ durato circa mezza settimana il silenzio della società sulle sorti del tecnico di Bagnolo Mella. Giorni intensi e ricchi di tensione che hanno infiammato la città, tra striscioni, comunicati degli ultras e taglienti commenti sui social. La strategia del City Group di non gettare ulteriore carne sul fuoco sembra aver funzionato, almeno per il momento. Ma come reagirà la piazza rosanero a questa ferrea decisione?
“Sono momenti che capitano nel calcio in un progetto con una visione globale come quella che abbiamo a livello culturale pensiamo che esonerare l’allenatore non sia la soluzione giusta, ma allo stesso tempo siamo vigili ogni giorno per verificare che ci siano le condizioni per tornare ad essere quelli che eravamo ad inizio stagione“. A esporsi è stato il direttore sportivo del club Leandro Rinaudo che a SkySport ha sottolineato la consapevolezza “del trend negativo che stiamo vivendo, i momenti difficili arrivano. Ci sono delle cose da migliorare e tutto il club è concentrato per migliorarle. Siamo arrabbiati con noi stessi, ma questa rabbia ci dà tanta energia per invertire la rotta e fare bene come a inizio stagione“.
A esporsi oggi è stato anche il “Genio” che ha ammesso parte delle colpe. “Sono legato a questa città, la sento sulla mia pelle. So la responsabilità che ho nell’allenarla, so la passione e l’ambizione che ha la nostra tifoseria verso la loro squadra. Io per primo che sono il responsabile di questo devo dedicarmi al lavoro cercare le soluzioni giuste per riprenderci. L’allenatore – ha aggiunto – con questa proprietà e questo gruppo dirigenziale è rispettato. Sento l’appoggio dei ragazzi e della società e questo per me è fondamentale”.
La società difende dunque Corini a spada tratta. Ma c’è un però… fino a quando la panchina sarà blindata? Il bottino di quattro punti in cinque partite non preoccupa i piani alti. D’altronde il club di viale del Fante è ancora saldamente aggrappato al terzo gradino del podio, quindi ancora in corsa per la promozione diretta in serie A ma soprattutto per un posto privilegiato ai playoff, vero obiettivo stagionale. Risuonano più chiare che mai le dichiarazioni di Corini, di qualche settimana fa, in conferenza stampa, che lasciarono a bocca aperta i tifosi: navigare, almeno, tra il quarto e il quinto è quanto la squadra è stata chiamata a portare a termine. Poco conta il rendimento attuale, il valore tecnico della rosa è innegabile e il City non avrebbe poi tanti problemi a sborsare qualche quattrino in più durante il mercato invernale per apportare qualche miglioramento e limare qualche dettaglio.
La perseveranza potrebbe durare poco. Tutto torna e così, come lo scorso anno, Terni si trasforma in un momento cruciale. Fu proprio in quell’occasione che per la prima volta il gruppo arabo placò gli animi dopo la cocente sconfitta per 3-0, quando Brunori e compagni non riuscirono mai a oltrepassare la metà campo. Contro ogni tipo di scongiuri, un affondo simile a quello subito al Barbera con il Cittadella, potrà essere giustificato ancora dalla classifica? Contenere il partito dei “Corini out”, che ha accresciuto in maniera esponenziali i suoi consensi in questo novembre nero, nonostante gli sforzi già compiuti, potrebbe rivelarsi una sfida persa in partenza. Neanche il calendario sarà d’aiuto. Affrontare Catanzaro e Parma, una dietro l’altra, in un clima così rovente sarebbe l’ulteriore dito nella piaga in una ferita più che squarciata.
Al di là delle ipotesi catastrofiche, il tecnico al momento è impegnato con altre gatte da pelare. Ai tanti infortuni, che dovrebbe rientrare al termine della sosta, si aggiungono gli acciacchi di stagione. Dopo Segre, tornato in campo già contro il Cittadella ma reintegrato in gruppo giusto poche ore prima, adesso la febbre ha colpito anche Graves e Mateju, che hanno ripreso il lavoro differenziato. Sotto le coperte resta invece Stulac.
Come il virus influenzale anche quello del malcontento è destinato a svanire. Il problema sarà trovare la giusta medicina.